Google

Benvenuti
nel mio blog.

Se le mie recensioni vi sono state utili, se vi sono piaciute,
se non siete d'accordo, lasciate un segno del vostro passaggio.
E' gratuito e libero.

Per una corretta visualizzazione dei contenuti, è consigliabile utilizzare Mozilla Firefox come browser, e scegliere l'opzione Visualizza-> A tutto schermo.

Grazie.


venerdì 31 agosto 2007

Recensione: L'Ululato


Titolo originale: The Howling

Genere: horror
(medio splatter)

Regista Joe Dante

Stati Uniti 1981


Una giornalista fa da esca per la cattura di un serial killer; traumatizzata dall'esperienza, le viene consigliato di recarsi in una comunità tra i boschi per riposarsi e riacquistare serenità, ma gli ululati nella notte non la lasciano dormire tranquilla...





Un lupo mannaro americano a Londra e L'Ululato sono riconosciuti all'unanimità tra i migliori film dedicati ai lupi mannari.
In effetti devo dire che si tratta di due ottimi film, con caratteristiche però diverse tra loro. Mentre la pellicola di Landis vira più sulla commedia, questo lavoro di Dante (regista di altri cult horror quali Piranha e Gremlins) punta sull'atmosfera, sull'azione, con qualche spunto di critica alla società dei mass-media, e soprattutto ci mostra lupi mannari consapevoli dei loro poteri, uomini-lupo che si sono isolati dal resto del mondo per "proteggersi" dagli umani, ma soprattutto non più creature che si trasformano solo in presenza di luna piena, ma esclusivamente in base alla loro volontà.

A mio avviso si tratta di una pellicola riuscita, vuoi perché la figura del licantropo ha il suo fascino perverso (esprime l'animale che c'é dentro ogni individuo, il suo lato oscuro), vuoi perché il regista esita a mostrare l'apparizione del licantropo tenendo sulle spine lo spettatore che non aspetta altro che assistere alla mutazione, vuoi proprio perché la trasformazione è davvero ben realizzata: non essendo un esperto di effetti speciali mi riesce difficile fare un paragone con il licantropo di Baker-Landis, ma sembra palese che le trasformazioni siano davvero curate ed efficaci.
Del resto é tutta opera di Rob Bottin, la cui (abile) mano si può vedere anche nel film La Cosa di Carpenter... quindi un nome, una garanzia.

Detto questo, un punto a favore della pellicola sta anche nell'ambientazione dove si svolge la narrazione: il bosco ha il suo fascino, soprattutto al chiarore di luna, e la sua atmosfera allo stesso tempo affascinante e misteriosa rapisce lo spettatore.

E' un film davvero piacevole che qualunque appassionato del genere (ma non solo, questo è un horror "per tutti") dovrebbe guardare, sempre ricordando quello che vi ho detto all'inizio: l'horror di Landis è commedia, questo è horror puro.

Un punto debole? Forse la prima parte, un pò lenta e non troppo coinvolgente, ma quando i protagonisti si trasferiscono in montagna... la musica cambia decisamente!


Voto Finale: 9


Scheda dell'IMDb

Recensione: Wrong Turn


Genere: horror
(medio splatter)

Regista: Rob Schmidt

Stati Uniti-Germania 2004


Un gruppo di ragazzi in seguito ad un incidente su una strada di montagna cerca soccorso; nei boschi si accorgeranno di non essere soli.





WT è il classico survival horror. La trama è semplice (situazione già vista e rivista, ma in questo caso non mi sembra un difetto), i protagonisti sono sì attori giovani ma riescono a convincere lo spettatore e a riscuotere simpatia, il bosco è spettacolare e vale quasi quanto un attore protagonista, gli uomini "selvatici" sono sufficientemente brutti, sporchi e cattivi (e piuttosto inquietanti, aggiungo), ed alcuni momenti splatter sono efficaci: su tutte la scena alla quale assistono i ragazzi da sotto il letto e l'omicidio sull'albero con l'ascia (resto sul vago per non svelarvi troppo).

Parliamo dunque di un horror vero, senza mezzi termini, dove la cattiveria dei "montanari" e una buona dose d'azione tengono alta la tensione dello spettatore. La durata breve non permette attimi di tregua.

Qualche pecca? Siamo alle solite: già all'inizio si capisce quali saranno i ragazzi che scamperanno al massacro, e poi viene da chiedersi "ma se tutta quella gente è sparita - efficace la scena del cimitero delle auto delle persone rapite - nessuno l'ha mai cercata?".

Non convince nemmeno il nascondiglio dei tre sopravvissuti: praticamente si intrappolano da soli...

WT resta un prodotto lineare, semplice, penso che non deluderà gli appassionati del genere. Buon intrattenimento, niente di più.


Voto Finale: 7


Scheda dell'IMDb

giovedì 30 agosto 2007

Recensione: Saw 2 - La soluzione dell'enigma



Genere: horror-thriller
(molto splatter)

Regista: Darren Lynn Bousman

Stati Uniti 2005


Jigsaw ha ancora voglia di giocare. Questa volta il suo bersaglio è il detective Mattews, non esattamente un sant'uomo, poliziotto dai metodi duri (nemmeno molto corretti) e cattivo padre, il cui figlio viene intrappolato insieme ad alcuni malcapitati in una casa piena di pericolosi trabocchetti.
Mattews dovrà "giocare" con Jigsaw per salvare la vita del figlio.





Veniamo ora al sequel del primo geniale Saw.
Come prevedibile questo film ricalca le orme del precedente (seppur con qualche piccola differenza), ma punta soprattutto sulle efficaci torture: questa volta il regista decide di indugiare sui particolari, facendo desistere lo spettatore più sensibile (chi ha paura delle punture è vivamente pregato di astenersi dal guardare questa pellicola), puntando decisamente sulla crudeltà e sul sangue che scorre a fiumi.

Due in particolare le differenze rispetto al primo capitolo:
a) nessuno è all'inseguimento di Jigsaw (tranne durante la breve parte introduttiva), è lui che si fa trovare dal poliziotto, in modo da poterlo sottoporre ai suoi enigmi (scelta del regista a mio avviso interessante); in questo modo l'Enigmista ha molta più visibilità e spazio, e lo spettatore conosce qualche cosa di più sul suo passato;
b) non abbiamo a che fare con due persone ma con un gruppo allargato (trovata ahimé pessima), con i soliti stereotipi: il duro, il polemico, la piagnona, il traditore... è così gestita male la situazione che non capiamo nemmeno perché qualcuno sia lì: probabilmente il regista si è dimenticato qualche pezzo per strada... facendo così non riusciamo ad immedesimarci nelle vittime (come accadeva magnificamente nel primo episodio) ed auguriamo (tranne che al ragazzino e alla sveglia Amanda) una morte veloce a tutti quanti.

Il colpo di scena finale? Non manca, figuriamoci, anche in questo film è geniale e ben congegnato, soprattutto per i produttori, visto che lascia aperte le porte ad un ulteriore (o dovrei dire ulteriori?) sequel che porteranno nelle loro casse una montagna di dollari.


Voto Finale: 5


Scheda dell'IMDb

Recensione: Saw - L'enigmista


Genere: horror-thriller
(medio splatter)

Regista: James Wan

Stati Uniti 2004


Due uomini si risvegliano incatenati in una misteriosa stanza: qualcuno li ha imprigionati e vuole "giocare" con loro, sottoponendoli ad enigmi che mineranno la loro mente e soprattutto il loro corpo…






"Cosa ci facciamo con questo seghetto? E' troppo piccolo per tagliare le catene"
(Adam)

"Non vuole che tagliamo le catene... vuole che ci tagliamo i piedi" (Dottor Gordon)



Stiamo parlando di una leggenda creata dal nuovo horror targato terzo millennio: che vi piaccia o no, dovete ammetterlo, l'Enigmista è una figura terribilmente carismatica e piena di fascino che ha colpito e fatto innamorare diversi appassionati del genere e non, al pari di Freddy Krueger, Jason Voorhes, Michael Mayers, Faccia di cuoio, Pinhead e compagnia bella.

La partenza di questo film è geniale, spiazzante e decisamente carica di mistero e tensione; nel proseguire della trama il regista decide di fornire ulteriori enigmi e indizi, come a scomporre un'immagine in migliaia di pezzi per farne un puzzle: proprio questa sua voglia di aprire nuove vie lo porta ad un finale sì all'altezza dell'idea del film (il colpo di scena lascia a bocca aperta...), però troppo affrettato, rocambolesco e quindi confusionario.

L'idea alla base del film è geniale e folle allo stesso tempo, la figura del serial killer (anche se di killer non è corretto parlare perché lui non si sporca le mani "direttamente") malato fa riflettere, e siamo portati sia ad odiarlo per la ferocia delle torture cui sottopone i malcapitati (ognuno colpevole di non rispettare il dono della vita) ma anche a provare quasi "simpatia" e compassione di fronte ad un uomo che ha scoperto l'importanza della vita dopo la diagnosi di un male incurabile, e che vorrebbe che anche le altre persone si rendessero conto del valore di questo prezioso dono.

Ovviamente c'é la figura del detective di turno, che come un mastino non molla la presa sul nostro maniaco: secondo altri recensori, più esperti di me, le parti dell'indagine sono noiose ed irritanti (il detective è l’attore protagonista di Arma Letale Danny Glover), anche se a mio avviso in un film che strizza l'occhio al genere thriller la presenza di poliziotti (più o meno capaci) è inevitabile.

Un appunto sulle torture: il regista e lo sceneggiatore devono essere appassionati della Divina Commedia di Dante, poiché in questo film la vittima è punita secondo la legge del contrappasso... guardate il film e capirete perché, ammesso che abbiate voglia di assistere a sadici giochi decisamente crudeli e violenti, anche se il regista non indugia troppo su alcune scene che potrebbero disturbare più di qualche spettatore .


Voto Finale: 9


Scheda dell'IMDb



mercoledì 29 agosto 2007

Recensione: L'uomo senza sonno



Titolo originale: The Machinist

Genere: thriller psicologico

Regista: Brad Anderson

Spagna 2004


Trevor non dorme da un anno, apparentemente senza motivo; un incidente ad un collega operaio causato da una sua disattenzione con conseguente diffidenza da parte degli altri colleghi, le continue apparizioni di un uomo misterioso, due relazioni sentimentali difficili non faranno altro che avvicinarlo sempre più alla pazzia...





Vera chicca per intenditori, questo è un film non per tutti.
Sarò più chiaro, prendendo spunto dal titolo: se amate i film d'azione e fate fatica ad addormentarvi, questa è una pellicola che potrebbe risolvere i vostri problemi di insonnia.
Ma se volete passare due ore con un buon film "d’autore", con atmosfere da sogno/incubo, allucinazioni, dubbi esistenziali questo è il prodotto che fa per voi.
E ve lo dice uno che non ama molto questo genere di pellicole.

L'interpretazione di Christian Bale è impressionante, per recitare in questo film ha perso qualcosa come 30 chili, è uno scheletro umano, ha rischiato la salute, ma forse ne valeva la pena.
Bravi gli attori di contorno, soprattutto il misterioso uomo che sembra essere la causa di tutte le sue sventure, ma altro non è che... non posso dirvelo, è un colpo di scena davvero sconvolgente, mi fermo qui.

L'uomo senza sonno é un film davvero pregevole, che fa leva sulle emozioni e sul fragile equilibrio psicologico dell'uomo di fronte ad eventi apparentemente inspiegabili.

Un nota di merito da segnalare: è sì un film dove non si riesce a distinguere tra realtà ed immaginazione, ma va detto che il regista spiega tutto piuttosto bene e alla fine lo spettatore trova le risposte agli indizi seminati durante lo sviluppo della trama.


Voto Finale: 9


Scheda dell'IMDb


Recensione: Creep - Il chirurgo


Genere: horror
(molto splatter)


Regista: Cristopher Smith


Regno Unito-Germania 2004



Una ragazza si addormenta alla fermata della metropolitana londinese e rimane intrappolata: la ricerca di una via d'uscita la porterà alla scoperta di un mondo sotterraneo sconosciuto, dove farà

la conoscenza di un "allegro chirurgo".





Sul web ho trovato recensioni piuttosto negative

su questo film, però io mi sento di spezzare una lancia

in favore dell'horror diretto dal talentuoso

Cristopher Smith.


Perché difendere Creep? Perché innanzitutto è sotto gli occhi di tutti un'affezione da parte del regista

nei confronti del cinema horror degli anni d'oro '70-'80 (questa pellicola

si ispira ad un horror dal titolo Non prendete quel metrò, datato '72,

e in una scena omaggia il meraviglioso Un lupo mannaro americano

a Londra di Landis).


Quali sono i pregi? Il senso di claustrofobia suggerito dai cunicoli e dalle gallerie soffoca lo spettatore; veniamo a conoscenza

di un mondo popolato di emarginati e reietti abbandonati dalla società (buona metafora sociale il finale); la dose di splatter dovrebbe soddisfare i palati esigenti degli appassionati (agghiacciante l'operazione - senza anestesia... - su una povera malcapitata, da parte del "chirurgo"); la figura del mutante riesce a disgustare

nella sua deformità e crudeltà, e la sua apparizione nell'oscurità di Creep

è spettacolo/terrore puro.


Purtroppo ci sono anche le pecche,

sennò staremmo parlando

di un capolavoro.

Piuttosto che una sensazione di dejà-vu (che si respira sovente negli horror moderni), mi soffermerei su alcuni buchi

di sceneggiatura: ad esempio viene

da chiedersi come fa l’amico impasticcato ad entrare nel metrò

se la metropolitana è chiusa??? Perché non approfondire la figura

e la storia di Creep, del cui passato abbiamo solo qualche traccia

da alcune foto? Come da (brutta) abitudine degli slashers, le vittime

non riescono ad approfittare dei passi falsi del mostro e sprecano

banalmente le possibilità di fuga.


Tenendo in considerazione i pregi e i difetti non mi sento in tutta onestà

di bocciare questo prodotto, ricordando che è pur sempre l'opera prima

di un regista esordiente.

Creep è il classico film che spaventerà il pubblico che ha meno “confidenza” con l’horror, mentre potrebbe fare storcere il naso

agli horrormaniaci più incalliti.

Io lo considero onesto intrattenimento.



Voto Finale: 7


Scheda dell'IMDb

Recensione: Il nascondiglio del Diavolo


Titolo originale: The Cave

Genere: horror
(poco splatter)

Regista: Bruce Hunt

Stati Uniti-Germania 2005


Un gruppo di speleologi si reca in Romania per esplorare una grotta; all'interno si accorgeranno di non essere soli...





Trattasi di un horror claustrofobico (o che vorrebbe esserlo...), che punta tutto sull'atmosfera di un luogo suggestivo: le grotte sotterranee.

Nel gruppo di attori (non molto convincenti; nel cast anche Lena Headey, la regina Gorgo di 300) troviamo lo stereotipo di tante altre migliaia di pellicole del genere: alla prima difficoltà il gruppo si sfalda, evidenziando le diverse personalità ed accentuando i contrasti (vedi i tipici film d'assedio, tipo La Cosa o La notte dei morti viventi), quindi tutto già visto.

Le riprese un po' confuse (e non potrebbe essere altrimenti, gli spazi - naturali o artificiali - sono ovviamente angusti) e il buio aumentano la confusione nello spettatore.

I mostri poi, non sono molto paurosi e lo spettatore non capisce perché si trovino lì (io non l'ho capito, può anche darsi che nella noia generale mi sia sfuggito...).

Un finale che più banale e patetico non potrebbe essere dà il colpo di grazia ad un horror dal quale mi aspettavo molto ma molto di più.

Se vi piacciono le grotte e i film claustrofobici consiglio The Descent, quello sì un vero film horror con gli attributi (definito unanimemente dagli esperti in materia il migliore del 2005, e non solo).


Voto Finale: 4


Scheda dell'IMDb


Recensione: Alta Tensione


Titolo originale: Haute Tension


Genere: horror
(molto splatter)


Regista:Alexandre Aja


Francia 2003



Due amiche, Marie e Alex, si recano in una casa di campagna

per studiare.
Di notte all'improvviso un uomo giunto a bordo di un lurido furgone penetra nella casa seminando morte tra i familiari di Alex,

che viene rapita dal brutale individuo.
Marie, che ha assistito alla scena ed è scampata al massacro,

riesce a salire sul furgone...







Alta Tensione è un horror puro e crudo, un film "d'altri tempi",

diretto dal promettente francese Alexandre Aja (il regista del remake de Le colline hanno gli occhi). Un film che rimanda ai classici del genere.


Una casa isolata in campagna presa d’assedio da un maniaco. Come trama non sembrerebbe per niente originale, invece la bravura del regista sta proprio nel risparmiare allo spettatore

la sensazione di dejà-vu.


I primi minuti ovviamente servono a creare un’atmosfera di serenità.

La casa sperduta nella campagna trasmette un senso di isolamento,

e allo stesso tempo di tranquillità e pace.


L’entrata in scena del killer è un’impennata

di adrenalina. Con quel furgone sporco

e malandato, quell’aspetto viscido e squallido (ottima la scelta dell’attore),

quest’uomo abominevole lascerà il segno

anche agli horrormaniaci più incalliti.


Il sangue scorrerà a fiumi.

Il titolo mantiene quello che promette. L’assedio nella casa è agonia pura, violenza assoluta. Questo non è il solito teen-horror. Più che i litri di emoglobina quello che lascia il segno allo spettatore

è la cattiveria, la ferocia del killer.

Che non si ferma davanti a niente.

L'ironia va a farsi benedire, in questa pellicola regna la crudeltà

(la scena che introduce il maniaco sul furgone intento a... è follia

e genialità allo stesso tempo).


Un plauso a Giannetto De Rossi per la realizzazione degli effetti splatter,

dannatamente realistici e credibili.


Il livello della recitazione è ottimo.

Di Philippe Nahon (il maniaco) ho già detto.

Bravissima anche Cecile De France,

che ci regala un personaggio affascinante,

distante anni luce dalle piagnucolose protagoniste degli slasher classici.


Il film, malgrado non sia originalissimo,

tiene incollato lo spettatore in attesa

del finale. La domanda è: perché tutta quella ferocia, apparentemente senza motivo?

Il colpo di scena è però una mezza delusione. Sicuramente è un colpo ad effetto, ma a dire

la verità, a mio modesto parere, si ritorce contro il regista,

facendo perdere “punti” al film.


In conclusione dico agli appassionati che questo film è un horror classico che malgrado non inventi nulla riesce ad intrattenere e divertire,

perché il killer è “affascinante”,perché è un film cattivo (e consigliabile

a chi con lo splatter ha un po’ di confidenza), con la tensione che si taglia

a fette, anche se il finale lascia un po’ l’amaro in bocca.



Voto finale: 8



Scheda dell’IMDb



martedì 28 agosto 2007

Recensione: Old Boy


Genere: thriller

Regista: Park Chan-wook

Corea del Sud 2003


Un uomo viene rapito e tenuto prigioniero in una stanza per 15 anni; durante la prigionia viene a conoscenza dell’omicidio della moglie del quale viene (ingiustamente, ovvio) accusato; improvvisamente, viene liberato e con l’aiuto di una ragazza andrà alla ricerca del suo carceriere per la meritata vendetta.





"Questo è il film che avrei voluto girare"

Quentin Tarantino;


"Non ti devi chiedere perché mi ha imprigionato?, ma perché mi ha liberato?"

Woo-jin, il "cattivo";


"Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo", "Sia un granello di sabbia che una roccia nell'acqua affondano allo stesso modo"

Dae-su, il protagonista.



Dopo questa introduzione originale, intuirete che stiamo parlando di un film un pò fuori dagli schemi che, per correttezza verso chi legge, mi ha fatto letteralmente impazzire.

L'attore protagonista è fenomenale, e riesce a convincere sia nella parte dell'ubriacone che veniamo a conoscere nell'introduzione del film, sia nel ruolo dello spietato giustiziere una volta liberato dalla prigionia.

Ma un plauso va anche al "cattivo", che riesce sì a raggiungere vette di malvagità e antipatia inaudite, ma che nella parte finale entra nel cuore dello spettatore nel commovente ruolo del ragazzo sconvolto da una tragedia familiare.

Nel finale (poesia pura) assistiamo al dramma di due persone, a quello di Dae-su e del suo carceriere, ai quali la vendetta non ha potuto curare le ferite del tempo.

Se la prima parte è puro thriller-action movie, nella seconda assistiamo all'indagine di Dae-su alla ricerca del carceriere, aiutato da una ragazza conosciuta in un ristorante (anche lei pedina di questo "gioco di vendetta"), una parte più riflessiva, per poi sfociare in un finale dove la rivelazione di tutti gli enigmi, unita alla bellezza delle immagini, colpisce lo spettatore regalandogli pura arte.

Avrò forse esagerato nel magnificare la pellicola in questa recensione, ma mi rendo conto che uno spettatore non superficiale non possa negare come questo sia un film che si innalza a livelli molto alti, oltrepassando i limiti del cinema (lo ripeto un'altra volta, per me è arte).

Una nota sulla violenza: alcune scene sono piuttosto forti (un intervento odontoiatrico... senza anestesia e la mutilazione della lingua da parte di... non ve lo dico!) ma il regista non indugia sui particolari, risparmiando lo spettatore di uno spettacolo poco digeribile, del resto non stiamo parlando di un film horror.

Violenza o no, questa passa comunque in secondo piano di fronte ad un'abilità di narrazione eccezionale, con una storia che coinvolge lo spettatore, così folle ed assurda; le musiche, i colori... nulla sembra lasciato al caso...

Un film così non si scorda. Sfiora (e forse raggiunge) la perfezione.


Voto Finale: 10 e lode


Scheda dell'IMDb