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martedì 3 giugno 2008

Recensione: Masters of Horror - Dance of the Dead (Tobe Hooper)



Genere: horror fantascientifico
(poco splatter)


Regista: Tobe Hooper


Stati Uniti 2005



In un mondo devastato
dalla Terza Guerra Mondiale
e con la popolazione decimata
dalle armi batteriologiche,
bande di teppisti vagano in cerca
di sangue umano su commissione
di un losco figuro che utilizza il plasma per animare le serate del suo locale,
il Doom Room.






Non ho voglia di ricominciare ad annoiarvi dicendo quanto
sono impegnato in questo periodo, e bla bla bla.
Nel frattempo mi sono tolto un esame tosto (24).


Ho trovato un attimo di quiete e mi sembrava doveroso concludere
un discorso che era rimasto aperto da un po’ di tempo: le recensioni
degli episodi della prima stagione della serie
Masters of Horror.
L’episodio diretto da Tobe Hooper mi mancava. Ho colmato questa lacuna (Dio benedica l’adsl).


Dalle grigie opinioni lette sul web non credevo di essermi perso granché,
e invece questo rimarrà tra gli episodi preferiti.
La sceneggiatura dell’episodio è stata scritta da Christian Richard Matheson, il figlio del grande Richard Matheson, ispiratosi a un racconto del papà.


La vicenda è ambientata in un futuro nemmeno troppo lontano da noi.


Il mondo è in rovina. La popolazione è stata decimata dalle armi chimiche utilizzate
nella Terza Guerra Mondiale. Regna il caos.
Bande di delinquenti si aggirano nelle strade deserte alla ricerca di sangue. Il perché sarà presto svelato. Nel Doom Room, il locale più “in” della città, l’attrazione principale è la Danza della Morte. Cadaveri di giovani e avvenenti ragazze vengono rianimati
mischiando il sangue fresco con una sostanza utilizzata in guerra,
e vengono costrette ad esibirsi in macabri balli per la gioia
dei presenti in sala.





Facciamo però un passo indietro. Peggy lavora
in un piccolo ristorante con la mamma. Il papà è morto,
e pure la sorella. E’ una ragazza angelica,
distante anni luce dalle giovani che affollano
il Doom Room, ed è proprio questa sua “innocenza” che la rende attraente agli occhi di Jak, uno di quegli sbandati di cui parlavo prima. Uno sbandato però dal cuore d’oro.


Tra i due ragazzi, così lontani nel modo di essere e di vivere,
scatta l’attrazione. Peggy “si lascerà andare” ed imparerà quanto possa essere allo stesso tempo divertente e crudele la vita.
Vivrà una notte che non dimenticherà mai, che la cambierà per sempre.




Sono stato abbastanza vago nella trama ma non sono in vena di spoiler.


Parte degli spettatori ha detto
di trovarsi di fronte ad un prodotto commerciale. Non sono d’accordo. Certamente la “confezione”
(intendo dire la regia) del prodotto cerca di essere piuttosto accattivante,
e strizza l’occhio sia a

Saw - L’enigmista
che ai videoclip
di
MTV. Questo crea in molte situazioni confusione e senso di fastidio.
Ho cercato però di andare oltre alla superficie del prodotto,
cercando di estrapolarne qualche riflessione.


L’impressione personale è che Hooper esponga un po’ troppa carne
al fuoco. Il tema della famiglia, del divertimento estremo,
della guerra sono concentrati in meno di un’ora.


Non è certamente un episodio ottimista. Hooper ci parla di scheletri nell’armadio. In un mondo a pezzi nemmeno la famiglia appare più
come un rifugio sicuro. La mamma iperprotettiva e all’apparenza
punto di riferimento nasconde un terribile segreto.


L’angelica Peggy si lascia trascinare dal divertimento estremo.
Scoprirà quanto può essere dura la vita, e cambierà per sempre,
gettandosi alle spalle l’innocenza che la caratterizza nelle prime scene dell’episodio. Hooper ci dice che questa società è corrotta, malata
e marcia: se vuoi sopravvivere ti devi adeguare.
Non c’è spazio per l’innocenza e l’ingenuità.


L’episodio critica anche la filosofia
del mondo dello spettacolo secondo
la quale “the show must go on”.
Come già detto l’attrazione principale del Doom Room è l’esibizione
di cadaveri rianimati.
Tristi fenomeni da baraccone.
Lo spettacolo deve andare avanti
ad ogni costo, non ci sono limiti
alla decenza, alla morale, al buon senso. Alla pietà.
Una volta sfruttati a dovere i corpi vengono gettati in un cassone
e carbonizzati (la scena più tragica e disturbante del film).




Infine Hooper (questo è forse il messaggio più chiaro) rivolge uno sguardo al futuro.
Penso si rivolga soprattutto al suo presidente, criticandone l’indole guerrafondaia.
La guerra non porta nulla di buono.
Le scene del bombardamento sono angoscianti,
fanno ancora più impressione se si considera
che la ricostruzione cinematografica semplifica quello che accade nella realtà.


La riuscita del film (sì, parlo di riuscita, malgrado molti non saranno d’accordo) è anche merito di tre ottimi interpreti.
Jessica Lowndes, l’attrice che interpreta Peggy, è credibile nei panni
della ragazza semplice ed ingenua.
Anzi, vi dirò di più: esteticamente e caratterialmente Peggy
è la mia donna ideale. Forse chiedo troppo. Ma questi poi in fondo sono fatti miei.




Jonathan Tucker porta in scena un personaggio controverso.
E affascinante: i tipi come lui fanno perdere la testa a qualsiasi ragazza.
Jak è un teppista, ma a differenza del “compagno di merende” Boxx,
è decisamente più gentile e sensibile. Sotto sotto è un ottimo ragazzo,
ma si è dovuto adeguare alla feroce realtà che lo circonda.


Ma la scena è dominata dall’immenso Robert “Freddy Krueger” Englund, che nei panni del proprietario del Doom Room tira fuori il meglio
del repertorio, regalandoci un personaggio dal fascino perverso.




In conclusione credo che questo episodio potrebbe piacere a chi è poco pratico con l’horror, mentre probabilmente farà storcere il naso
a chi con il genere ha più confidenza.
Suggerisco comunque a tutti di guardarlo.



PS: avrei potuto esser più breve e riassumere il tutto in quattro righe. Prendo a prestito le parole di KinemaZOne, un utente del forum Axnet.it che ha scritto nella sua recensione:


Quello di Hooper è horror al 100%: irriverente, scorretto e blasfemo quanto basta a non offendere più di tanto le coscienze degli spettatori
e contemporaneamente a sfuggire al "taralluccievinismo" che incombe sempre sulle produzioni blockbuster
”.



Voto Finale: 8



Scheda dell’IMDb



Masters of Horror: il sito ufficiale della serie



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bussisotto:

innanzitutto...complimenti per l'esame superato!!

Come per le altre pellicole della serie, anche questa non l'ho vista.
Però ammetto che Tobe Hooper non è propriamente il mio regista preferito, pur riscontrando in lui una certa genialità!
Il cast qui però è da pelle d'oca!!!

Marco83 ha detto...

Grazie x i complimenti, e grazie soprattutto x continuare a seguire il mio blog anche se l'ho trascurato ultimamente (anche se x una giusta causa... l'università).

Su Hooper non so esprimere un giudizio adeguato: ho visto solo "Quel motel vicino alla palude" (ottimo film) e "Il Custode" (da velo pietoso).
Devo procurarmi "Non aprite quella porta" e "Poltergeist" e poi mi farò un'idea un pò + chiara su di lui.

Anonimo ha detto...

Bussisotto

Il custode è osceno...:o)
POltergeist è (a suo modo) un cult.
Non aprite quella porta...vado un pò controcorrente...io l'ho trovato noiosetto...