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giovedì 22 gennaio 2009

Recensione: Hellraiser - Non ci sono limiti



Attenzione: alcuni dei contenuti
di questa pagina potrebbero disturbare
la sensibilità di chi legge.



Genere: horror

(molto splatter)


Regista: Clive Barker


USA 1987



Frank Cotton, un uomo alla ricerca

del piacere stremo, ha pagato a caro prezzo la sua perversione.

Per ritornare in vita e fuggire

dai Supplizianti che lo stanno cercando

ha bisogno dell’aiuto di Julia, la moglie del fratello Larry (sua amante). La figlia di Larry, Kirsty, proverà ad ostacolarlo.








" La scatola. Tu l’hai aperta e noi siamo venuti.

Siamo esploratori delle più remote regioni dell’esperienza.

Per alcuni demoni, angeli per altri.

Tu hai aperto la scatola e noi siamo venuti, devi venire con noi

a provare i nostri piaceri.

Niente lacrime per favore, non si deve sprecare così la sofferenza "

Pinhead, il capo dei Cenobiti



Donna Cenobita (rivolta a Kirsty): Non vorrai lasciarci così presto spero

Pinhead: Abbiamo tante cose stupende da mostrarti"

Kirsty: Io non voglio vederle!!!




Hellraiser è un’altra tappa obbligata per un appassionato horror.

Mi ricordo, una vita fa, di avere visto su Blob un uomo decisamente pallido, con la testa interamente ricoperta di chiodi. Era Pinhead,

il capo dei Cenobiti, l’icona della saga. Non mi sono mai più tolto

il suo volto dalla testa. Era ovvio che quando ho intrapreso il mio cammino alla scoperta del genere horror prima o poi mi sarei imbattuto nel gioiello di Clive Barker.


E’ giunto il momento.


Frank Cotton è il classico uomo che non si accontenta: alla costante ricerca

di qualcosa di nuovo, vuole spingere il limite del piacere sempre un po’

più avanti. Ora ha trovato quello che cercava: una misteriosa scatola.

Una sorta di rompicapo. Si dice che chi lo risolva possa entrare in una sorta di nuova dimensione, in una nuova realtà, dove il piacere raggiunge

vette inimmaginabili.




E’ così. O almeno questo è quello che Frank crede. C’è la fregatura!

Una volta risolto il rompicapo arrivano i Cenobiti, o Supplizianti,

o chiamateli un po’ come vi pare (non sono né angeli né demoni, così dice

il loro boss Pinhead), e con un bel set di catene e uncini trafiggono le sue carni e lo fanno a pezzi. Ora Frank è imprigionato in quella dimensione,

e solo un evento fortuito può riportarlo a contatto con la realtà.

E quell’evento fortuito non tarda ad arrivare.




Si dia il caso che Larry, fratello di Frank, e sua moglie Julia traslochino nella vecchia casa di famiglia. Un banale incidente durante il trasloco provoca a Larry una ferita: il suo sangue cade per terra e risveglia

il fratello. Ora Frank è ritornato, ma il suo corpo è in condizioni pietose:

ha bisogno di “nutrirsi” per tornare ad avere le sembianze dei bei tempi

che furono… chi può aiutarlo? Julia.




Da quando si è trasferita in quella casa Julia è turbata, inquieta.

Nei flashback intuiamo un po’ per volta che tra lei e Frank c’era qualcosa…

più di qualcosa. La loro era una relazione clandestina, passionale,

focosa come poche. Si erano giurati eterno amore e ora per Julia è venuto

il momento di tenere fede alla promessa, procurando a Frank carne fresca.




Ma il loro piano sarà ostacolato da Kirsty, la figlia di Frank, che piano piano intuirà le cattive intenzioni della coppia, verrà a conoscenza

della misteriosa scatola detta Configurazione dei Lamenti

e involontariamente invocherà i terrificanti cenobiti.

Ora i Cenobiti vogliono “giocare” con lei: come uscire da questa

intricata situazione?




Kirsty, decisamente scaltra, dice al buon Pinhead che l’ultima loro vittima (Frank) è fuggita: promette dunque che aiuterà i mostruosi esseri

a rintracciarlo per completare l’opera. In cambio di Frank lei sarà salva.


Con la trama può bastare così.


Hellraiser non è un horror semplice. Di sicuro è un prodotto innovativo, interessante, ambizioso. Non adatto a tutti, però. Il ritmo è basso.

Questo film avvolge lo spettatore in una spirale di menzogne, tormenti psicologici (la storia segreta tra Frank e Julia) e tormenti fisici, dolore, sofferenza, morbosità, perversione (le atroci torture alle quali Frank

è - meritevolmente - sottoposto).


L’atmosfera della casa è lugubre, inquietante, sporca. Non ci sono balzi sulla sedia, picchi di tensione: assistiamo a una messinscena dove al centro dell’attenzione c’è l’ambiguo confine tra piacere e dolore.




La scena è ovviamente dominata dai Cenobiti (forse centellinate

con eccessiva parsimonia le loro apparizioni): creature davvero davvero inquietanti. Di Pinhead ho già detto.


Con lui ci sono una donna cenobita, anche lei pallida e dall’aspetto tutt’altro che rassicurante (la sua gola è squarciata…), Chatterer, veramente orribile, senza occhi né naso con i denti che continuano

a battere e Butterball, decisamente sovrappeso e disgustoso.

Per non parlare di un altro mostro che sbuca fuori all’improvviso…

descriverlo è difficile. Mi ha ricordato un po’ il Belial di Basket Case.

Queste figure entreranno nella vostra mente e non usciranno mai più.




La quantità di splatter è notevole: la scena della resurrezione di Frank

è leggendaria, di sicuro effetto, così come il macello finale, con tutte

quelle catene e quegli uncini conficcati nella carne di Frank…




Il finale non convince del tutto: i cenobiti dopo avere ottenuto

quello che volevano (Frank) danno la caccia a Kirsty. Erroraccio!!!

In questo modo il film scade in uno slasher qualsiasi!

Vabbè, sorvoliamo.




Lo scarso budget è sì un limite ma non si fa poi sentire così pesantemente, l’idea di fondo è buona, ed è questo quello che conta, ma molto onestamente dico che questo è un prodotto difficile, al quale mi sono avvicinato pur sapendo che non mi sarebbe piaciuto come altri horror.


Tuttavia in questo caso mi sembra giusto, soprattutto per chi legge, estirpare dal giudizio finale il mio parere ed elogiare il lavoro di un grande artista, lo scrittore Clive Barker (che tra le sue numerose opere ha ispirato il bellissimo Candyman). Se ne volete sapere di più su di lui ecco

la sua biografia su Wikipedia.



Voto Finale: 9



Scheda dell’IMDb



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