Titolo originale: Henry – Portrait of
a Serial Killer
Genere: horror/thriller
(medio splatter)
Regista: John McNaughton
USA 1986
Spaccati di vita quotidiana di un feroce serial killer.
Quanto tempo fa ho visto per la prima volta questo film? Troppo.
Eppure in tutti questi anni mi sono portato dentro alcune cose.
Penso innanzitutto all’“originalità” del film. Originale perché è un film "insolito". Come riuscire a spiegarlo in modo semplice e chiaro?
Questo lungometraggio non ha una trama vera e propria, è uno spaccato
di vita. Non c’è un inizio, non c’è una fine.
Poi mi ricordavo di Otis. Uno dei personaggi più spregevoli mai visti
sullo schermo.
E infine… la scena conclusiva... Indimenticabile.
Mi è capitata l’occasione di rivederlo (con maggiore "esperienza")
e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione.
Questo è un film tosto. Crudo. Duro. Non lascia nessuna porta aperta
(ma proprio nessuna) all’ottimismo. E’ un racconto di ordinaria follia, disperazione, depravazione. Una disperata testimonianza di infanzie bruciate, perdute, rovinate. Si può quasi considerare un documentario sulla vita di questo ferocissimo serial killer e sulle persone
che lo incontreranno (poveretti) nel loro cammino.
Henry è un mostro. Totalmente fuori controllo. La sua sete di sangue
lo spinge ad uccidere, soprattutto donne. Minato da un’infanzia disastrata vaga senza meta alla ricerca di prede.
Henry vive in uno squallido appartamento insieme a Otis.
Si sono conosciuti in galera, e tra questi due reietti della società si è creato un buon rapporto di amicizia. Henry accompagnerà Otis in un mondo
fatto di barbara violenza. Ma Otis non è freddo come Henry e si lascerà prendere la mano.
Nel frattempo la sorella di Otis, Becky,chiede ospitalità al fratello.
Lei è l’unico personaggio positivo del film. Anche lei minata da un’infanzia tragica, fatta di violenze e soprusi, tenta di rimettere insieme i cocci
di una vita a pezzi. Ci riuscirà?
Forse lei è l’unica donna che può portare Henry sulla retta via… forse…
Non serve aggiungere altro. Questo non è un film destinato
al grande pubblico. Un po’ perché, come ho detto prima, non segue
i canoni convenzionali del cinema: conosciamo un personaggio,
seguiamo le sue vicende e… non sapremo come va a finire.
Non c’è un finale per Henry, probabilmente continuerà a uccidere.

HPds, lo ribadisco, è cattivo. Non c’è molto splatter (anche se una scena
è di sicuro effetto). Nelle scene iniziali il regista mostra i corpi delle vittime del killer mentre in sottofondo si odono le urla disperate della lotta
che queste persone hanno intrapreso (e perso) con Henry.
Ma non è il tasso di em0globina che disturba in questo film, bensì la ferocia del killer, il suo modus operandi. E’ una scheggia impazzita, agisce come
in preda a un istinto al quale non può sottrarsi. Eppure non si direbbe:
il suo comportamento con Otis, Becky, il suo capo di lavoro è quello
di un uomo qualunque, il classico “insospettabile”.
Non è uno stupido: in una scena ad esempio insegna ad Otis
come continuare a uccidere senza farsi mai beccare.
Paradossalmente Henry confronto a Otis è un campione di buone maniere. Otis è uno dei personaggi più viscidi, squallidi, abominevoli della storia
del cinema. Da questi due individui non può uscire niente di buono.
La famiglia presa in ostaggio e trucidata è una delle scene più atroci,
ma a pensarci bene tutti i minuti di questa pellicola sono intrisi di malsana violenza. Anche senza ettolitri di emoglobina il regista raggiunge in pieno
il suo obiettivo: infastidire. Disgustare. Si provare un senso di ribrezzo,
di amaro in bocca. Di impotenza. Nessuno può fermare questo mostro
(la polizia è totalmente assente, forse questo è l’unico “difetto” del film).
McNaughton non “giudica” l’operato del serial killer, è "imparziale":
ad esempio ne La Casa del Diavolo si è quasi portati a tifare
per i personaggi partoriti da Rob Zombie, malgrado la loro malvagità;
non accade in questo caso. Lo spettatore assiste impotente allo scempio
che il nostro compie: nessuno può fermarlo.
Il finale? Un vero pugno nello stomaco.
Fantastici gli attori: Michael Rooker nei panni del gelido Henry,
Tracy Arnold nei panni della triste Becky, e un fantastico Tom Towles:
difficile scordarsi di Otis.
Questo è un film da vedere assolutamente. Probabilmente non accessibile a tutti, ma penso che sia tappa obbligata per chi adora i film sui serial killer e l’horror in generale.
PS: il film è ispirato alle gesta di Henry Lee Lucas
Voto Finale: 10 e lode
5 commenti:
Che piacere ritrovarti! Vedo con piacere che anche tu hai abbandonato la nave di Tiscali.
Henry è un film niente male.
Ci becchiamo presto!
... ho lasciato Tiscali a malincuore ma qui oramai mi trovo benissimo e ho piantato le radici!
Grazie x il commento
Torna a trovarmi!
bussisotto
oltre che approfittare del mio passaggio per augurarti un buon Natale (seppure in ritardo!!), scrivo e concordo anche io, affermando che Henry è un film qualitativamente di altissimo livello, che sopperisce alla mancanza di budget, con tecnica ed intelligenza.Peccato che Michael Rooker non abbia sempre avuto, in seguito, ruoli altrettanto interessanti....tra le altre cose c'è anche un sequel, sai?Però è patetico, quindi meglio evitare!!
Grazie x gli auguri
Ho letto qualcosa a proposito del sequel... è un film semisconociuto... e non ci tengo a recuperarlo, anche perché l'alchimia di questo film è impossibile da riprodurre, questo Henry è irraggiungibile secondo me.
uno dei miei film preferiti in assoluto! macabro, crudele e senza speranza... ma mi accorgo solo adesso che i commenti sono del 2008, spero che tu continui ad aggiornare questo bel blog.
Posta un commento