Google

Benvenuti
nel mio blog.

Se le mie recensioni vi sono state utili, se vi sono piaciute,
se non siete d'accordo, lasciate un segno del vostro passaggio.
E' gratuito e libero.

Per una corretta visualizzazione dei contenuti, è consigliabile utilizzare Mozilla Firefox come browser, e scegliere l'opzione Visualizza-> A tutto schermo.

Grazie.


martedì 17 febbraio 2009

Recensione: Non aprite quella porta



Titolo originale: The Texas Chainsaw Massacre


Genere: horror

(medio splatter)


Regista: Tobe Hooper


USA 1974



Un gruppo di ragazzi in viaggio lungo

l’America del Sud si trova nel mirino di una famiglia di cannibali.









Una trama semplice, lineare, che tiene volutamente alla larga cervellotiche soluzioni o particolari misteri da svelare.

Non aprite quella porta è come un giro sul tunnel dell'orrore

dei luna park: paghiamo il biglietto per provare terrore e disgusto,

poco ci importa di sapere il come o il perchè.


Splattercontainer.com




Non aprite quella porta è una delle pietre miliari della cinematografia horror. Mi sono avvicinato a questo film con aspettative un po’ esagerate: nell’immediato sono rimasto un pochino deluso, perciò ho deciso

di aspettare qualche giorno per scrivere una recensione “a mente fredda”. Ripensandoci bene mi ha fatto lo stesso effetto de L’Esorcista:

lì per lì ho avuto qualche perplessità, ma nella mia analisi “a caldo”

post-visione non ho tenuto conto dell’età della pellicola e del talento

geniale del regista.





I primi minuti sono notevoli. Hooper ci mostra una macabra scultura composta da resti umani: devastante. Le scene iniziali introducono

lo spettatore in una realtà perversa, malata, folle.





Questa è l’America rurale: qui non ci sono metropoli affollate, grattacieli, suoni di clacson, persone che corrono al posto di lavoro.

Questo è territorio sconsacrato, terra di nessuno, dove ad ogni angolo

si può nascondere un’insidia. Se ne accorgeranno a loro spese

i nostri protagonisti.





Sono in viaggio per una tranquilla vacanza, quando decidono di fermarsi

in una vecchia casa abbandonata, dove alcuni di loro avevano trascorso l’infanzia. Lì vicino una famiglia di cannibali li aspetta.





Il film è lento. I dialoghi e le recitazioni sono banali, scontate,

e decisamente poco coinvolgenti. In alcuni frangenti irritanti.

L’atmosfera si ravviva quando i cinque decidono di dare un passaggio

a un’autostoppista. Una persona tutt’altro che equilibrata.

Il giovane, dopo avere aggredito uno dei nostri, viene ovviamente scaricato senza troppe buone maniere. Ma l’incubo non è finito.





Giunti nel vecchio mattatoio gestito dai nonni, i nostri hanno bisogno

di fare rifornimento di benzina. Lì vicino c’è una casa, sembrerebbe abitata. E purtroppo per loro, è così.

All’interno si nasconde un energumeno, che preleva con la forza

i nostri malcapitati e li porta in una sorta di stanza-mattatoio.

Per loro è l’inizio di un incubo, i più fortunati… moriranno per primi.





Il film è pieno di tempi morti. Considerato il ritmo sostenuto degli horror moderni, di primo acchito questo sembrerebbe un punto debole.

Non è proprio così. Certo, mi aspettavo più ritmo, eppure in fin dei conti

la lentezza quasi ipnotizza lo spettatore, lo paralizza alla sedia, lo angoscia,

lo infastidisce. Hooper (questo è secondo me il vero punto forte del film)

non indugia nel mostrare in primissimo piano particolari più raccapriccianti, come ad esempio la marea di ossa in una stanza

nella casa degli orrori, oppure i volti dei nostri protagonisti terrorizzati.





A dire la verità non c’è molto splatter, solo l’essenziale.

Mi aspettavo qualche litro in più di emoglobina, ma anche questo se ci pensiamo bene non è un difetto così grande. Quello che conta è l’atmosfera malata, malsana. Che raggiunge il culmine nella scena della cena.

Certo, a qualche spettatore (anzi, a più di qualcuno) strapperà un sorriso (come è successo a me) da quanto è grottesca, ma ripensandoci a mente fredda ho cercato di fare un salto temporale indietro di 30 anni

per rendermi conto di quanto fosse disturbanti quei minuti.

E, in fin dei conti, di quanto li siano ancora adesso.





Questo film ci regala un boogeyman leggendario: Leatherace, alias

faccia di cuoio, con la sua inseparabile motosega. La scena conclusiva, ovvero questo bestione che si agita e dimena brandendo il fedele

“attrezzo di lavoro” urlando impazzito al tramonto, è leggendaria.





Non aprite quella porta è un film rozzo, ma anche questo più che

un limite si può trasformare in un merito del regista: con un budget ridottissimo ha creato un’opera che ha lasciato un segno indelebile

nella cinematografia horror.



Voto finale: 10 (un pò esagerato, ma come si può dare di meno

a un film epocale?)



Scheda dell’IMDb



venerdì 13 febbraio 2009

Recensione: Hostel - Part II



Genere: horror

(molto splatter)


Regista: Eli Roth


USA 2007



Tre ragazze soggiornano in un albergo

in Slovacchia per una vacanza, ignare di essere finite nel mirino di un’organizzazione criminale che rapisce, tortura e uccide i giovani turisti

che si recano in quel paese.











In fin dei conti Hostel era un buon prodotto. Come avevo sottolineato nella mia recensione il lungometraggio di Eli Roth era un simpatico giocattolone, un film con molto fumo (la campagna pubblicitaria)

e non troppo arrosto (dov’era la violenza disturbante promessa?)

girato da un regista di talento, amante appassionato del genere horror.


Roth e Tarantino sono tornati in squadra per girare il sequel.

Cosa ne è uscito fuori? Vediamolo insieme.





Hostel - Part II segue la strada tracciata dal precedente.

Un gruppo di giovani (in questo caso ragazze) si reca in un ostello

in Slovacchia per divertirsi, senza sapere che in quel paese si trova la sede

di una organizzazione criminale che rapisce i giovani vacanzieri

mettendoli alla mercè di ricchi uomini d’affari che possono sfogare

le loro perversioni più profonde.





Fino a qui tutto bene.


Vabbè, sembra identico al primo… ma qualcosa di diverso c’è.

Il film scorre su due binari.

Primo, le tre ragazze.

Secondo, trovata piuttosto interessante, rivela qualcosa di più sul modus operandi dell’organizzazione. I personaggi di Todd e Stuart ci permettono di conoscere meglio come l’Elite Hunting opera: attraverso una sorta

di aste on-line i ricconi possono aggiudicarsi ragazzi/e da torturare.

Todd è il classico uomo sicuro di sé, alla ricerca di emozioni forti, ambizioso e spregiudicato. Stuart invece è un uomo insicuro, confuso,

che si lascia coinvolgere nell’esperienza dall’amico.





Fino a qui tutto bene. Adesso arrivano i guai.


Questo film sembra il (brutto) remake del primo Hostel.

Avere introdotto i personaggi dei ricconi e mostrare come opera

l’Elite Hunting non basta a salvare un film che INGIGANTISCE i difetti

del precedente.





Primo: la stupidità. Penso alla parte iniziale, al viaggio sul treno

(omaggio al film L’ultimo treno della notte, un film che mi è stato segnalato insistentemente e che sto cercando di procurarmi).

In America non hanno una buona visione di noi. Quanti luoghi comuni.

Che banalità. Le cose non cambiano quando si arriva in Slovacchia.

Tutti brutti, sporchi e cattivi. Tranne le donne, ovviamente.

Tutte bellissime ma false, ingannatrici, pronte ad adescare gli ignari turisti

con il loro scaltro doppiogiochismo.





Secondo: lo splatter. Insisto a ribadire la mia domanda: dov’è questa violenza tanto sbandierata? Vietato ai minori di diciotto anni? Ma suvvia, faciteme ‘o piacere. Certo che la tortura della sfigatissima Lorna

è notevole, ma è l’unico momento veramente cattivo di questo film.

Non mi bastano due teste tagliate. Non mi basta un’evirazione. C’è altro? Non mi viene in mente nulla di più. Un notevole passo indietro

rispetto al precedente.





Ora penserete: a te interessa così tanto la violenza? Mah, francamente

non so cosa dirvi. Di sicuro mi piace l’horror e voglio farmi una cultura

del genere, quindi voglio vedere più film possibili. Hostel 1 e 2 promettono tanta violenza, ma le mie aspettative sono andate deluse, soprattutto in questo film.





Terzo: i bambini. Ancora loro! CHE PALLE!!!

Fastidiosissimi. La loro entrata in scena, già patetica in H1, in questo

è ancora più insulsa.





Proprio perché questi precedenti difetti c’erano già in H1, pensavo che

il buon Eli corresse ai ripari. Ma non è stato così. Certo, H2 rimane comunque un film che si lascia guardare, il ritmo è buono, ma getta ancora di più fumo negli occhi di chi all’horror è poco avvezzo.





Ammetto molto onestamente che se tutti i film horror fossero come questo cambierei immediatamente genere. Perché H2 non fa paura.

Non c’è nemmeno molta tensione. Peccato, perché quando si entra

nei sotterranei dove vengono compiute le torture si respira un’atmosfera malsana, negativa, malvagia. Ma si ferma tutto lì.





Ho trovato invece interessante la metamorfosi dei torturatori:

lo spregiudicato Todd che si pente (troppo tardi) rendendosi conto

della brutalità del suo gesto, mentre Stuart si lascia coinvolgere

dal sadico gioco (metamorfosi non molto convincente, a dire la verità).





Ho trovato piacevoli gli omaggi ai protagonisti del cinema italiano

che ha fatto sognare (Edwige Fenech) e disgustare (Monsieur Cannibal

Ruggero Deodato) generazioni.





Il finale rispecchia il punto di vista di Eli Roth sulla società odierna:

chi ha i soldi può comprare la libertà, può permettersi qualsiasi cosa;

chi è povero è destinato a crepare in silenzio.

Lungi da me approfondire questo argomento, anche perché a mio modesto parere questo non si può certamente definire un film “impegnato”.





Questi ultimi “pregi” non bastano a salvare questo prodotto

dalla mediocrità, da quel limbo dove si trovano pellicole che potrebbero avere una marcia in più ma per un motivo o per l’altro finiscono

nel dimenticatoio. Meritatamente, aggiungerei.



Voto Finale: 4



Scheda dell’IMDb



lunedì 9 febbraio 2009

Recensione: Il Bosco 1




Attenzione: alcuni dei contenuti
di questa pagina potrebbero offendere
l'intelligenza di chi legge.

E ci sono pure le parolacce... bambini alla larga!




Titolo alternativo: Evil Clutch


Genere: horror

(molto splatter)


Regista: Andrea Marfori


Italia 1988



Cindy e Tony, durante una gita sulle Alpi, soccorrono una donna che racconta

di essere stata aggredita.

In realtà quella donna è un demone. I due giovani la seguiranno

in un casolare nel bosco: la trappola è scattata.








Questo si legge sul retro della videocassetta (non ci credete?

beccatevi l'immagine):





MA CHI E' IL GENIO CHE HA SCRITTO

‘STE STRONZATE?????







"Trashone di notevole stazza. Il film di Marfori e' divenuto una leggenda all'interno degli ambienti trash di tutto il mondo. Il motivo?

Sicuramente la storia! I dialoghi! L'incredibile stupidita' di fondo!

.....

Questo film non si regge neanche se viene impalato!

.....

Solo la mitica TROMA poteva aver il coraggio di distribuire

tale abominio!"


AlexVisani.com




"Alla fine del film la ragazza piange disperatamente e noi con lei"


Exxagon.it




"Dopo aver visto e rivisto (almeno cinque volte) questo titolo

ho formulato una mia teoria : se azzeccare ognuno degli aspetti

di un lungometraggio (e quindi dare luogo a un capolavoro) è raro

da parte di un regista, figuriamoci quanto sia raro sbagliarli tutti!

Il punto è che mi sono quasi convinto che Il Bosco 1 sia un vero

capolavoro di trash volontario! Mi spiego meglio : se il grande

Andrea Marfori si fosse messo dietro la macchina da presa senza alcuna conoscenza in materia di cinema (e il suo obbiettivo fosse stato quello

di incutere timore) sono sicuro che in un modo o nell'altro ne sarebbe

venuto fuori (magari) qualcosa di illuminante! Ma il punto è che dall'inizio alla fine del film si respira una piacevole e freschissima

aria di idiozia (non vi è nulla che non faccia ridere!) che neanche

nei classici del film comico è presente!

Un capolavoro per caso? Stento a crederlo! Il punto è che qui abbiamo

a che fare:

1) con un grande esperto di cinema che in questo caso ha voluto stravolgere (con estrema follia) tutte le sue conoscenze regalandoci così un vero gioiellino o

2) con un folle (a suo modo geniale) che non sapeva nulla di cinema?

Io sono comunque per la prima ipotesi (lo stesso titolo italiano

della pellicola è un capolavoro di demenza)!

.....

Il Bosco 1 è un vero capolavoro del quale non mi stancherò mai

di parlare!!!"


Recensione sul forum di FilmBrutti.com




"Il Bosco 1 è la quintessenza del trash, sicuramente uno dei film

più brutti e poveri della filmografia italiana e, ovviamente, uno dei più divertenti perchè involontariamente comici! Tutto, ma proprio tutto,

qua dentro è trash, a partire dai titoli di testa, di un verde pacchianissimo,

ai personaggi, alla trama... tutto insomma!

.....

Impossibile rimanere seri davanti ad un film del genere: è un prodotto

del tutto amatoriale e per di più realizzato male, senza alcuna idea significativa. L'unico motivo valido per vederlo è proprio l'esagerazione di tutto che porta ad involontari risvolti comici!"


In the Mouth of Horror



"A volte un film raggiunge un tasso trash cosi alto da meritare

un certo rispetto da parte degli spettatori. Il Bosco 1 rappresenta uno dei prodotto più deliranti ed involontariamente comici della filmografia horror italiana. Già la numerazione del primo capitolo lascia alquanto interdetti (soprattutto considerando che non esiste nessun sequel),

ma vi assicuro che pochi di voi potranno aspettarsi quello che

Il Bosco 1 ha da offrire nei suoi circa 90 minuti.

Sarà l’inizio di una successione di fatti a dir poco improponibili,

di situazioni talmente assurde da risultare persino geniali!

La regia è prevedibile e priva di spunti. Idem per la fotografia.

Steady-cam usata a dismisura che rischia, in almeno due sequenze,

di far venire il mal di mare al povero spettatore.

Recitazione molto al di sotto dei livelli di guardia.

Effetti speciali molto ambiziosi, troppo ambiziosi... si sfocia nel trash estremo in quasi tutte le sequenze!

Che dire... tutti questi elementi mescolati rendono Il Bosco 1

un film davvero unico, che rischierà seriamente di farvi morire...

soffocati dalle risate".


Profundis.it





Cosa si può aggiungere? E’ già stato detto tutto.

Leggendo tutte quelle opinioni sulla rete sono arrivato alla visione sufficientemente consapevole (e prevenuto). Ma, cosa incredibile,

nessuno può immaginare quanto questo film tocchi il fondo senza vederlo.

La visione è obbligatoria.


Perché Il Bosco 1 è così brutto? Semplice: perché è TUTTO sbagliato. Non c’è NULLA che funzioni. Il fatto che si prenda sul serio, che giochi

a fare l’horror puro rende il tutto ancora più patetico e penoso.

E quindi divertente.





Procediamo con ordine. Il film si regge su un cast composto

da cinque “attori” (notate le virgolette). E sui suggestivi paesaggi

(forse l’unica cosa da salvare).


Abbiamo i due protagonisti, una coppia che dopo avere visitato Venezia decide di fare un salto sulle Alpi. Il ragazzo recita come un cane,

non trovo altre definizioni. La sua partner (Coralina Cataldi-Tassoni, attrice "argentiana") sfodera un accento inglese che più finto non si può. Irritante. Per non parlare dell’abbigliamento…





Poi… poi ci sono gli altri tre. Il trio delle meraviglie.


C’è la dark-lady Arva: tutt’altro che affascinante. Anzi, a dirla tutta decisamente brutta. Malgrado sia una donna… è dotata di una terza gamba. O forse dovrei dire di un terzo braccio… guardare per credere.





Abbiamo uno zombi che sbuca fuori da un momento all’altro

(potrebbe essere il ragazzo ucciso all’inizio del film ma non lo so

e comunque non ha molta importanza). Il suo make-up mette tristezza:

è un povero demente ricoperto di fango ed escrementi.





Quando si trova Cindy di fronte non trova di meglio che scagliare la falce che tiene in mano contro il muro… si muove in modo lento ed impacciato, salvo poi raggiungere la ragazza che fugge con scatti da centometrista…

e una volta che l’ha raggiunta ritorna a muoversi col ralenty… e così via,

per una delle scene più ridicole del film (una delle tante, sia chiaro).

Ci manca solo che si dia la falce sui gioielli di famiglia.

Ammesso che li abbia ancora.


E lei? Si gira a fissarlo almeno una decina di volte! MA CORRI E NON VOLTARTI CRETINA!!!





Ma soprattutto… c’è LUI: un COGLIONE. Algernoon.

Segnatevi questo nome. Penso che sia uno dei personaggi più ridicoli della storia del cinema. I nostri protagonisti lo incontrano in un paese disabitato: lui è l’unico abitante. Ma allora non è disabitato… vabbè.

Il suo abbigliamento è osceno. Guardate le immagini e capirete.





Sarebbe uno scrittore. Dal momento che è stato operato alla gola,

può comunicare solo tramite uno strano aggeggio. La sua voce è…

come dire… insomma, in ogni scena dove appare quest’ebete c’è da farsela addosso dalle risate. Le sue capacità recitative sono fuori discussione,

e dalla sua espressività appare evidente quanto ho detto poc’anzi:

è proprio un coglione.


Per completare l’opera anche i suoi dialoghi rasentano il ridicolo.


L’approccio con i nostri beniamini è già denso di comicità.


Algernoon (a proposito di Arva che, vedendolo, è fuggita): La conoscete?

Cindy: L’abbiamo trovata al cimitero. Era stata aggredita.

Algernoon: Eh sì. Mi sarebbe piaciuto vedere il suo aggressore in faccia. (ma che cazzo gliene frega a lui di vedere l’aggressore in faccia???)





La coppietta discute con questa sottospecie di essere umano,

ma sono diffidenti a riguardo delle macabre leggende che Algy racconta.

Tony quasi lo schernisce. E Algernoon s’incazza.


Tony: Hey, scrittore, non stai andando un po’ troppo in là con la fantasia?

Algernoon: Voi, schiavi della vostra assurda realtà… siete sicuri di essere così lontani dall’orrore?

Cindy: Ma è scemo?





Come non dimenticare un'altra frase epica:


E non sarai capace di evitare… la morte maligna!!!





Ma c’è un dialogo che tra tutti è quello che rappresenta al meglio

questa porcata di film.


Dopo avere terrorizzato la coppietta con un racconto alquanto macabro,

il nostro sfigato scrittore riceve il benservito dai due che decidono

di andare a pescare. Una volta parcheggiato il furgone ecco di nuovo

il nostro sfigatissimo personaggio con la voce da robot.

Cos’avrà da dire questa volta?

Leggete, anche se non crederete ai vostri occhi.


Cindy: Allora, cosa vuoi?

Algernoon: Vedi, ci sono cose che appaiono… diverse da quello che sono. Le trote, per esempio... mentre, tranquille, nuotano nella corrente, vedono questo piccolo amo… e pensando che sia un delizioso,

minuscolo pesce, una di loro si avvicina… per mangiarlo.

Ma, naturalmente, c'è chi... è pronto a pescarla!
Tony (per sfotterlo): E' forse una storia sulla pesca?
Cindy (rincara la dose): Un altro tipo di storia... ti stai dimenticando

gli zombies!
Algernoon: Io non volevo raccontarvi una nuova storia, ma dirvi

che le cose possono essere diverse e più pericolose di quello che sembrano.
Tony (con fare serio!!!): Vuoi dire che qui c'è il divieto di pesca?





Ecco altri momenti epici.


La coppia è appena stata aggredita dallo zombie di fango/merda.

Si mettono in salvo, ma capiscono di essere in trappola.


Cindy: Bisogna trovare il modo di andare via!

Tony: Dove vuoi andare? Magari in un altro bosco, magari in mezzo

ad altri mostri peggiori di questi?!?!

Cindy: Voglio andare via!!!

Tony: Non c’è niente da fare, è la fine!!! Non ce la faremo mai,

moriremo qui! E’ finita, hai capito?!?!?!?

Cindy: No!!! Tony, non puoi fare così, non puoi arrenderti!

Bisogna trovare un modo, non possiamo arrenderci!!!

Tony: Se questa sarà la nostra ultima notte… beh allora divertiamoci… facciamo l’amore!!!





Algernoon decide di armarsi e combattere la cattiva Arva.

E' un combattimento memorabile, appassionante, avvincente (sticazzi).

Ma purtroppo per lui perde. Dopo avere spiaccicato la testa del povero omuncolo su una roccia la nostra femme fatale ci delizia

con un monologo leggendario.


Non è tutto finito. Non finirà mai! E verrà un giorno in cui tutto questo sarà distrutto! Distruttooooo! Ahahahahahah! (ma che cazzo ride???

e cosa vuole distruggere? boh)





E come non dimenticare l’esclamazione finale di Cindy:


Grazie, Dio della luce!


Degna conclusione di 'sta barzelletta.





Probabilmente i dialoghi sono stati scritti da qualcuno sotto effetto

di alcol o stupefacenti.





Bastano attori cani e dialoghi ridicoli a regalarci un capolavoro?

No, ci vuole il tocco del regista.


Lo stile è identico (scopiazzato) a La Casa di Raimi, con la telecamera

che parte da lontano e muovendosi rasoterra si avvicina inesorabilmente

al protagonista.





Un’altra perla del regista è la seguente. Le scene che ci narrano la storia d’amore e zombi raccontata dal coglio… ehm scrittore fanno parte

di un corto girato in precedenza da Marfori. Cosa c’entrano con il film?

Bella domanda. Ve lo dico io: nulla.





Altro colpo di genio. Marfori già dai primi minuti ci mostra che Arva

è una strega. Dunque quando nel prosieguo del film la cessa chiede aiuto

alla coppia prevediamo già le sue cattive intenzioni.

Niente effetto sorpresa dunque.





E lo splatter? Grottesco a dir poco. Gli effetti sono realizzati

con grossolana approssimazione.





Notevole anche l’orologio a cucù.





La somma di questi fattori ci regala un prodotto che vorrebbe essere

un film serio, tosto, con i controcazzi, invece si riduce a un lungometraggio talmente imbarazzate da risultare esilarante.

Vera e propria spazzatura cinematografica.





Concludo ribadendo un concetto. Ho riportato una marea di opinioni

su questo film. Doveroso. Poi ho rincarato la dose con la mia recensione. Ma leggere non basta, come San Tommaso dovete vedere e toccare

con mano per credere allo scempio che il buon Marfori ha realizzato.



PS: il film ha goduto di ottima fama anche grazie alla TROMA,

una casa cinematografica indipendente specializzata nel trash.

Tempo fa ho visto spezzoni di Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV, ma lì il trash è cercato, qui no.




“L'esperienza della visione di questa insulsa pellicola è inimmaginabile.

E' una prova di sopportazione ai limiti dell'umano”


“Ridicolo e squallido”


“Il peggior film horror di tutti i tempi. Un capolavoro del trash”


“Dio mio, che schifezza immonda! Quest'orrore è il perfetto esempio

di come NON si debba fare un film!”


“Fa semplicemente pena”


“Solo leggendo il titolo (considerando l'assenza di sequel) si capisce davanti a quale follia e assurdità cinematografica ci si trovi.

Recitazione e doppiaggio pessimi, assenza totale di senso e un’attrice dotata di una bruttezza ripugnante nel ruolo della ‘affascinante

ed attraente’ strega sono ciò che caratterizza questo lavoro.

Il tutto accompagnato però da risate allucinanti a causa, ad esempio,

di molte frasi che volendo essere temibili risultano invece ridicole.

Il Bosco 1 si rivelerà infatti un'esperienza di stupidità e di comicità

davvero uniche, da gustare e rigustare mille volte, fino all'ossessione.

E la cosa che lascia più perplessi è il fatto che il tutto sembra girato seriamente, probabilmente con l'intento di terrorizzare gli ignari spettatori, che però non si troveranno davanti al classico horror,

ma bensì al film più divertente che sia mai stato realizzato!

Da vedere, costi quel che costi!”


“Tutto è sconcertante. Un obbrobrio assurdo… giuro di non aver

mai visto una trashata simile”


“Vi consiglio di vederlo per ridere a crepapelle”


“Giuro su chi volete che non ho mai riso così tanto in vita mia!

Alla fine avevo paura che le mie irrefrenabili risa mi conducessero

dritto dritto all’ospedale... la milza deve essermi quasi scoppiata!”


“Realizzare un film del genere significa o essere pazzi, o essere talmente geni da prendere per il culo tutti. La storia, i discorsi, i personaggi,

tutto è di una banalità disarmante che non può portare a niente

se non a risate disperate”


“Oddio che schifo! Perché l’ho visto? Perché ho sprecato il mio tempo? Andrea Marfori datti all'allevamento di puzzole!”


“Sicuramente uno dei punti più bassi della storia del cinema”


“Una pellicola veramente inguardabile e imbarazzante”


“Non so come iniziare a commentare questa roba (dire film è un insulto

ai veri ma anche ai presunti film). Non mi capacito di come qualcuno

possa aver partorito l'idea di una cosa simile e di come qualcuno

possa averla prodotta!! Pazzesco tutto, dalla locandina al titolo.

A scanso di equivoci la peggior cosa che io abbia mai visto”


“Qui siamo di fronte all'opera più ridicola che mente umana

abbia mai realizzato”


“Con le lacrime agli occhi vi dico che dovete fare di tutto per recuperare

a casa vostra questa pellicola”


“Un film pazzesco, anzi un anti-film”


“Improponibile roba cinematografica”


“Ma come si fa a commentare una cosa del genere?”


“Spero, in tutta sincerità, che Marfori abbia fatto apposta a dirigere

un film così brutto. Spero che si sia alzato una mattina e abbia pensato: 'oggi faccio il peggior film della storia', perchè in tutta franchezza

non credo che nessuno - anche volendo - possa raggiungere

tali (penosi) livelli”


“Procuratevelo e guardatelo perchè riderete come mai in vita vostra!”


“Difficile spiegare a parole l'imbarazzo che si prova a guardare

questo film... una tale pochezza di ogni aspetto della pellicola non può

che spingere a pietà per il regista e il cast (perchè attori così capre

hanno pure i loro (de)meriti nella riuscita dell'opera)”



Commenti su Filmscoop




Voto finale: non scherziamo, non si può giudicare un’opera

del genere.



Scheda dell’IMDb