(medio splatter)
Regista: Frank Darabont
USA 2007
Una cittadina del Maine viene avvolta
da una fitta nebbia. Parte degli abitanti rimane bloccata in un supermercato,
poiché qualcosa di abominevole si nasconde
là fuori.
Cosa fare? Aggrapparsi alla fede? O lottare? Rimanere o fuggire?
Finalmente un vero film horror!
LaTelaNera.com
The Mist è una delle più belle sorprese del 2007: estremamente coinvolgente, ottimamente diretto da un cineasta profondamente innamorato di cinema, con pochissime sbavature e un finale da brivido. Non si può chiedere molto di più, è obbligatoria la visione.
Splattercontainer.com


Questo film, lo ammetto molto onestamente, non mi attirava granché.
Ne avevo già sentito parlare in passato, avevo letto infatti qualcosa
sulla rivista Horror Mania; inoltre il buon Deneil aveva speso buone parole per questo ennesimo adattamento cinematografico di un libro
di Stephen King. Ma niente.
Le buone impressioni degli spettatori lette su Filmscoop.it mi hanno finalmente invogliato a dare un’occasione a The Mist. E ho fatto bene. Posso affermare che ne valeva la pena.
Malgrado mi abbia ricordato altri film, questo The Mist è un prodotto
che va al di là dell’onesto intrattenimento di genere, e offre diversi spunti
su cui riflettere.
A quali film ho pensato durante la visione? L’Alba dei morti viventi
di Snyder (i protagonisti trovano riparo nel centro commerciale,
e se non sbaglio non è l’unico zombi-movie dove il rifugio è
un centro commerciale), Cloverfield e REC (il primo per i mostri,
entrambi perché riesce a catapultarti dentro la vicenda senza, per fortuna, giramenti di testa e sensazione di mal di mare) e non può mancare
The Fog di Carpenter (ma non chiedetemi perché…).

A mio avviso questo genere di film ha i suoi canoni. Mi spiego meglio:
nel corso della pellicola ci sono tre tipi di scene.
Le scene del mistero: qualcosa minaccia i nostri protagonisti, ma si ignora cosa sia.
Le scene collettive: i personaggi si ritrovano uno affianco all’altro
e devono decidere come affrontare la minaccia. E’ inevitabile che in queste situazioni sovente l’uomo dà il peggio di sé.
Le scene rivelatrici: viene mostrato cosa c’è là fuori e i nostri protagonisti ora sanno cosa stanno affrontando.
Il compito arduo del regista è gestire e presentare un efficace mix
tra questi tipi di scene. Darabont c’è riuscito e, pur decidendo di basare
le fondamenta del film sulle scene di dialogo, ha pure regalato momenti
di brivido e tensione.

La trama, come detto in precedenza, non è nuova.
David Drayton, il figlio e il vicino di casa si recano al centro commerciale per delle commissioni. Un uomo, che corre e urla come un pazzo,
si precipita dentro il supermercato e implora di chiudere le porte.
E’ ferito, un suo amico è stato aggredito da qualcosa ed è scomparso
nel nulla. Nel giro di pochi secondi l’edificio è avvolto da una fitta nebbia.
Cosa fare? Aspettare che passi, ovvio. Ma è una nebbia diversa dal solito. Nasconde qualcosa. Più tardi alcuni dei protagonisti avranno modo
di scoprire che dentro la nebbia ci sono delle creature affamate.
Ma non tutti crederanno alle loro parole.
Cosa fare dunque? Fidarsi di chi ha visto? Convincersi che qualcosa di soprannaturale esiste davvero oppure rimanere ancorati alla realtà,
a ciò che si conosce? Oppure aggrapparsi alla fede?
Ecco su cosa focalizza l’attenzione Darabont.
La sua è una riflessione sulle domande che l’uomo
si pone da sempre. Ma, ovviamente, non prova
a dare una risposta a questi quesiti.
Forse semplicemente perché una risposta chiara,
definita e lineare non c’è.
Nel film vedremo persone “buone” (equilibrate
e ragionevoli) contrapposte a persone “cattive” (ignoranti, fermi nelle loro convinzioni, al limite del fanatismo),
eppure la morte non guarderà in faccia nessuno.
Chi si salverà? Il nostro sparuto gruppo di “eroi” capitanati da David oppure la “setta” religiosa che si è formata nel centro commerciale capeggiata dall’odiosa Miss Carbody?

Nel film ci sono due tipi di mostri. Quelli creati digitalmente, virtuali,
che non fanno poi così paura, e i mostri “umani”.
Il comportamento di certi personaggi fa paura proprio perché è reale.
Nelle situazioni di pericolo sovente l’uomo dà il peggio di sé, lasciandosi possedere dall’egoismo e dalla paura. Ma non tutti, per fortuna!

Ribadisco che le scene più riflessive si alternano (e ci mancherebbe, altrimenti che horror sarebbe?) con momenti di puro orrore: magari certi mostri non fanno così paura, eppure alcune scene lasciano il segno.
Penso alla trovata della corda, all’apparizione degli insetti, al viaggio
che i superstiti intraprendono nel finale.
che non vuole dare solo spavento ma, forse, anche lanciare un messaggio.
Il regista va per la sua strada e cambia il finale del libro King: una scelta coraggiosa, che ha spaccato gli spettatori (e i lettori). Questo finale,
lo garantisco, ci metto la mano sul fuoco, rimarrà impresso nella mente. Magari non vi piacerà, ma non lo scorderete più.

e punta a fare riflettere lo spettatore. Pensandoci bene non ha molto
in comune con gli horror moderni, e forse questo è proprio il suo pregio.
Voto Finale: 9
4 commenti:
Ciao Marco,
bellissima recensione e complimenti perchè il tuo lavoro sta diventando sempre più professionale nelle recensioni. Ho visto e commentato anche io questo film e mi trovi d'accordo su molti punti, anche a me ha sorpreso positivamente in molti frangenti soprattutto il finale coraggiosissimo!
Cianeclubran
Ahimè qua mi trovo per la prima volta a contraddire quanto detto nella tua rencesione Marco......devo dire che mi sono avvicinato al film con le mani avanti in quanto anche a me non attirava granchè....ma su consiglio di un amico (per modo di dire) ho avuto il coraggio di noleggiarlo....(in fondo è pur sempre tratto da un racconto del leggendario Stephen).......la trama del film è piuttosto banale in quanto già vista milioni di volte sullo schermo.....certo non posso mancare di rispetto alle interpretazioni degli attori (in primis Thomas Jane)......ma comunque il film non si regge molto in piedi e il finale amaro e spiazzante (raro) non basta a risollevarlo sfortunatamente.....i mostri li ho trovati per quanto letali essi siano di una assurdità incredibile......(si vede lontano un km che sono fatti in computer grafica) altro indizio che lascia supporre che su questo film non sia stato impiegato molto tempo nel dirigerlo....(e molto budget)......la situazione claustrofobica del supermercato all'inizio è coinvolgente ma con il passare dei minuti anch'essa diviene ripetitiva e scontata come il comportamente dei nostri protagonisti......in generale è un film semi godibile...anche se a me devo ammettere ha annoiato parecchio.....un prodotto dei tanti che rasenta molto da altre pellicole come the fog e compagnia bella......gli darei un 6 solo per il finale spiazzante.......mentre al mio amico gli darei una mazzata per avermi fatto spendere 5 euro per vedere questo abominio !!!!
“Ahimè qua mi trovo per la prima volta a contraddire quanto detto nella tua recensione Marco”
Eh vabbè, non si può essere sempre d’accordo.
“ma su consiglio di un amico (per modo di dire)”
Chi sarà mai costui?
“i mostri li ho trovati per quanto letali essi siano di una assurdità incredibile......(si vede lontano un km che sono fatti in computer grafica)”
Sono piuttosto d’accordo. A me hanno fatto più paura i fanatici religiosi al seguito di Miss Carbody.
“al mio amico gli darei una mazzata per avermi fatto spendere 5 euro per vedere questo abominio !!!”
Ahahah addirittura "abominio"…
non rivedrei questo film, ma devo riconoscerne la qualità. Il racconto di King da cui è tratto non è dei più belli del libro (quello della Scimmia era decisamente superiore, sia come trama, che per qualità narrativa), ma il film è decisamente ben fatto! Finale davvero inaspettato e coraggioso oltre ogni ragionevole immaginazione! interpreti convincenti, specialmente la bravissima (e diabolica) Miss Carbody!
Posta un commento