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lunedì 8 settembre 2008

Recensione: Il Signore del Male



Titolo originale: Prince of Darkness

Genere: horror

(medio splatter)


Regista: John Carpenter


Stati Uniti 1987



Nei sotterranei di una chiesa di Los Angeles viene ritrovata un’urna contenente
un misterioso liquido verde. Si sospetta che contenga l’essenza del Male.
Per risolvere il mistero un sacerdote si rivolge ad un’equipe di fisici.








La scenografia cupa e claustrofobica, l’angoscia e la tensione
che crescono parallelamente allo sviluppo dell’essenza del Male
e l’evento soprannaturale che gioca al gatto e al topo
con la razionalità umana rendono il film un’autentica trappola da incubo per chi dà per scontata la realtà quotidiana.

Hyperreview.com



Un po' confuso forse, magari anche un po' invecchiato,
ma di certo straordinariamente affascinante.

Scheletri.com




Anche se esiste un ordine nell'universo,
non è affatto quello che noi avevamo in mente







Il Signore del Male
è il film di mezzo della Trilogia dell’Apocalisse
di Carpenter (aperta con
La Cosa e conclusa con Il Seme della Follia).
Dopo essermi adeguatamente informato a riguardo di questo secondo capitolo che mi mancava, ho subito messo in preventivo di trovarmi
di fronte a un film difficile. Già dai primi minuti vengono tirati in ballo concetti fisici e religiosi, e questo potrebbe scoraggiare lo spettatore
che si aspetta un film un po’ più leggero (non che gli altri due lavori precedentemente segnalati siano filmetti di puro intrattenimento,
però sicuramente sono più “digeribili”).


Se si ha la pazienza di “resistere” ai minuti introduttivi il film
entra nel vivo.
Il professore Howard Birack e gli studenti decidono di trascorrere
il week-end nella chiesa per esaminare il liquido verde.
Si sospetta che la sostanza sia il Male. Si tratta di una forza oscura
che è stata rinchiusa nell’urna e sorvegliata da una setta religiosa per anni,
e ora si è risvegliata.




Una volta che la sostanza ha ripreso vita il film cambia decisamente registro, diventando (paradossalmente questo è un punto a sfavore)
più scorrevole e simile ai tipici film d’assedio (scusate ma non riesco a non pensare a La Cosa): la sostanza entra nel corpo di alcuni studenti i quali ovviamente incominciano a comportarsi in modo strano (ed aggressivo).
I pochi sopravvissuti dovranno quindi confrontarsi con l’entità malefica
che ha posseduto gli abitanti del quartiere (che circondano l’edificio)
e i loro colleghi.




La salvezza dell’intera umanità è così nelle mani di uno sparuto gruppo
di fisici: dovranno abbandonare discorsi filosofici, polverosi volumi
e complicati strumenti per agire, prima che il Male riesca a possederli
e conquistare il mondo.




Il film mette molta carne al fuoco. Concetti fisici (grande passione
del regista) e religiosi. Carpenter si domanda: cos’è la realtà? Cos’è reale? Quando siamo di fronte a uno specchio, chi tra noi e l’immagine riflessa
è “vero”? Esiste un’altra realtà? Non approfondisco ulteriormente
il discorso per non complicare ulteriormente le cose, dopo i primi minuti
mi era venuta (sì, lo ammetto) la tentazione di lasciar perdere.




Per quanto riguarda la religione… è evidente che Carpenter non mostri molta simpatia
nei confronti dell’ordine religioso
(sfiducia ribadita in Vampires),
qui rappresentato come un organo “manipolatore” delle menti umane,
che per centinaia di anni ha solo raccontato
la propria verità, condizionando subdolamente l’agire umano.


Carpenter insinua nello spettatore dei dubbi: fino a quale punto bisogna credere alla scienza e alla religione? C’è qualcosa “oltre”, qualcosa
che non conosciamo? Alla nostra coscienza la facoltà di rispondere
a questi interrogativi.


Come detto poco prima il film
verso la metà cambia registro
e perde un po’ di quella patina affascinante (e forse un po’ snob)
da horror “metafisico”
per avvicinarsi ai classici
(e più semplici) film d’assedio
tanto cari al nostro Carpenter: non mancano le scene d’effetto
(i posseduti che assediano la chiesa, comandati dal cantante Alice Cooper;
la trasformazione di uno degli studenti in migliaia di scarafaggi;
la possessione e le trasformazioni di Kelly; le scene davanti allo specchio).




In conclusione suggerirei questo film a chiunque, in particolare
a chi è appassionato di fisica e religione, perché invita a ragionare
su dilemmi che l’umanità si pone da sempre.



Voto Finale: 9



Scheda dell'IMDb






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