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lunedì 8 ottobre 2007

Recensione: Hostel


Genere: horror
(molto splatter)

Regista: Eli Roth

Stati Uniti 2005


D
ue turisti americani e un islandese dagli ormoni impazziti in vacanza ad Amsterdam vengono a conoscenza di un luogo in Slovacchia abitato da ragazze bellissime e molto disponibili; purtroppo per loro le ragazze sono le esche di un'organizzazione criminale che rapisce, tortura e uccide ragazzi per puro... divertimento.








"
Il chirurgo ha tra le mani l'essenza assoluta della vita!"
(Uomo d'affari-torturatore)


"Io ho guadagnato parecchio con te, perciò sei tu la mia puttana!" (Natalya a Paxton)


Durante la primavera del 2005, quando incominciavo ad interessarmi sempre più di horror, i siti web, le riviste di genere ed i programmi TV parlavano solo di un film, Hostel, pubblicizzandolo all'inverosimile.
Come se non bastasse, a rincarare la dose ci si è messo il simpatico (e bravo, diciamolo...) regista Quentin Tarantino, appassionato del genere, contribuendo alla produzione del film: "Se non fosse stato brutale ed estremo, non ci sarebbe stato motivo di realizzarlo e di aiutare Eli Roth: Hostel è una figata di film", aveva detto il nostro buon Quentin.

Hostel è stato da più parti definito come uno dei film più violenti, dei più sporchi e malati, uno dei migliori horror della storia.
Niente di più falso, mi viene da ribattere. E mi dispiace dirlo, perché tutto sommato il film mi è piaciuto.

La campagna pubblicitaria ha creato aspettative ingombranti (ma io, a dire la verità, ero un poco scettico e il film non sono andato a vederlo... poi non mi piace quando un film viene troppo esaltato prima della sua uscita: dovrebbe essere il pubblico a definirlo "uno dei più...", non il regista o il produttore!!!).

Il risultato è stato piuttosto scadente, gli appassionati dell'horror (e non) si sono accorti di aver avuto a che far con un film abbastanza mediocre, tutt'altro che un capolavoro. E molti, "sedotti e traditi", hanno sparato a zero sul film. L'incasso ottimo a mio avviso non significa niente, troppo spesso quantità non coincide con qualità.

Vi dirò quello che penso: se non ci fosse stata tutta quella campagna mediatica, e il film fosse giunto nelle sale "in punta di piedi", probabilmente oggi staremmo parlando di un piccolo gioiello... ma non è stato così.

Secondo me questo film è una "bambinata" colossale. E' un film troppo semplice ed ingenuo. Perché suggerisce... ma non va a fondo. Si pone un obiettivo, ma non lo raggiunge.
Il regista, Eli Roth, è un appassionato del genere, questo non si discute. Il suo primo film, Cabin Fever, l'ho visto un po' di tempo fa, non mi era piaciuto molto a dire il vero, mi era sembrato una copia (malriuscita) de La Cosa , però può darsi che rivisto con più attenzione una seconda volta...
Hostel
è il suo secondo film, quindi di strada ed esperienza deve ancora farne... i requisiti per diventare un ottimo regista horror ci sono tutti, non lo metto in dubbio.

Hostel "vorrebbe essere", ma non ce la fa. Dal punto di vista della violenza (poca, a mio avviso) se questo è colpa del regista o della commissione censura, non lo so. Ma ci sono troppi errori e ingenuità nella trama che gli impediscono di essere considerato un buon horror. E questo non è certo colpa della commissione censura.

Per avvalorare la mia tesi, però, devo rivelare qualcosa della trama. Quelli che non l'hanno ancora visto (pochi, immagino, dato il malsano fascino dell'appellativo - mai come in questo caso ingannatore - di film "estremo", che attira orde di spettatori incuriositi) passino oltre, alle conclusioni.


.....


Bene, ecco le critiche che muovo al nostro Eli.

1) La prima parte è una seccatura. Volgarità e oscenità, dialoghi risibili. E' un po' troppo lunga, e rischia seriamente di far diventare i protagonisti antipatici. Probabilmente Eli Roth, fan dei B-movies (quelli con la Fenech, per intenderci, tra l'altro protagonista di un cammeo in Hostel 2), li voleva "omaggiare". Forse.

2) I bambini delinquenti. Lasciatemelo dire: una cazzata stratosferica. Soprattutto nel finale, quando bloccano la macchina degli inseguitori dei nostri protagonisti in fuga. Questi energumeni, scesi dalla macchina, vengono aggrediti e massacrati. Assurdo. A dir poco.

3) La tensione. Non c'é. Non si avverte. Nemmeno quando i nostri protagonisti vengono intrappolati nelle stanze del mattatoio, in attesa del massacro. Nemmeno quando Paxton tenta la fuga. Mi chiederete: come si fa ad incutere angoscia allo spettatore? Chiedete a Carpenter, uno che ci sa fare, e guardatevi l'episodio della serie Masters of Horror: Cigarette burns : lì sì che la tensione si sente, cresce e si tocca con mano, in vista dell'apocalittico finale.

4) Le scene gore. Dov'è questo splatter tanto sbandierato??? Tendini tagliati (già visti in Sympathy for Mr. Vengeance e Kill Bill), la motosega (già vista in Non aprite quella porta), il trapano (già visto in un film con Van Damme, non propriamente un horror...), l'allegro chirurgo (già visto in La Casa dei 1000 corpi, Creep - Il chirurgo), i corpi delle vittime fatte a pezzi dagli aguzzini (già visto in Wrong Turn) e non mi viene in mente altro... sì, la scena dell’occhio della giapponese è disgustosa (ma, ecco il punto, non fa paura) ma è anche poco credibile: zac, un taglietto con la forbice e tutto è a posto!!! Ma va là!!!

5) Il colpo di "fortuna" del protagonista: quel pirla del suo torturatore scivola sul sangue e cade per terra... e la motosega fa il resto! Bah!

6) La fuga del protagonista. Tutto troppo facile. Decine e decine di uomini che lo cercano... ma non lo becca nessuno. Riesce a raggiungere la stazione e salire sul treno come se fosse invisibile.

7) La vendetta del protagonista: la sorte gli serve su un piatto d'argento la possibilità di ripagare con la stessa moneta le persone che hanno tradito lui e i suoi amici, ovvero le due ragazze dell'Est e l'uomo d'affari conosciuto in treno. Tutto troppo bello. Un happy end consolatorio. E ipocrita. E tutti vissero felici e contenti. Volete un finale capolavoro? Guardate The Descent. Illude. Sconvolge. Persino commuove. Non sempre ci deve essere il lieto fine.

Penso possa bastare qui...


.....


Però non è tutto da buttare: l'idea alla base del film è ottima, e poteva esser sfruttata meglio. Come? Non ve lo so dire, di professione non faccio il regista... un po' di splatter in più? Meno errori e banalità nella trama?

Ripeto, lo spunto della setta segreta (Elite Hunting) di miliardari annoiati che passano il tempo torturando e uccidendo giovani ragazzi è geniale (e pure un po' malata!). Instillare nello spettatore il dubbio che si tratti di fatti realmente accaduti (del resto, al mondo d'oggi, non ci sarebbe da meravigliarsi più di niente...) rende più realista (e disturbante) il film.

L'interpretazione degli attori principali è soddisfacente: i tre ragazzi, dopo l'inizio un po' fastidioso, riscuotono abbastanza simpatia; le due ragazze dell'Est sono perfette nel ruolo di femmine tentatrici ed ingannatrici ma soffermarmi sulla loro interpretazione è molto difficile, dato che sono nude per quasi tutta la durata del film, e la loro potenziale bravura è oscurata dalla continua esposizione dei loro splendidi corpi, e trovo soprattutto efficaci gli attori che interpretano i torturatori miliardari: folli, malati e perversi al punto giusto (tra questi da segnalare anche il divertente cammeo del mitico regista giapponese Takashi Miike).

Il film dice anche che chi ha i soldi può permettersi di tutto, e tutto sommato forse Eli Roth non ha torto.

Ma soprattutto Hostel, a mio avviso, è la risposta ad una società che è assuefatta dalla violenza, ed è alla ricerca di immagini e spettacoli sempre più estremi e brutali (ma questo film non soddisferà la sete di sangue del pubblico, forse Saw 3 sì...), e lo dimostra il successo di questa pellicola e di tutte le pellicole del nuovo corso dell'horror del nuovo millennio (quasi tutte più splatter di Hostel anche se, ribadisco, l'idea di base del film di Roth è molto realistica ed agghiacciante).

In conclusione, nonostante le giuste critiche, io mi sono "divertito": a chi cerca i brividi facili, Hostel può lasciare un segno; agli horrormaniaci dico dimenticate la pubblicità e godetevelo non aspettandovi un capolavoro, semmai un discreto prodotto "d'intrattenimento".


Voto Finale: 6


Scheda dell'IMDb

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bussisotto:
Hostel è il perfetto esempio di quanto la pubblicità serva per un successo di un film...gore e splatter...si ok, ci sono, ma se metti a confronto saw3, per esempio, Hostel non ha nessuna ragione di esistere...non è un film orribile, c'è anche un pò di soddisfazione nel finale, ma in generale è un filmetto che passa e và, si dimentica presto...
pensa che al cinema davano i sacchetti per vomitare...ma questi i veri horror li hanno mai visti???

Marco83 ha detto...

La pubblicità è un boomerang: crea aspettative eccessive e la delusione poi è grande (un po’ come mi è successo recentemente per Borat).
Per quanto riguarda la saga di Saw , l’episodio 3 è il più violento (uno degli horror più estremi degli ultimi anni, perlomeno tra quelli visti al cinema; spero di vederlo – anche se non sono così impaziente… - prossimamente).
Ho letto qualcosa sul prossimo episodio e ho visto i due trailer.
Nel secondo trailer si vedono le immagini dell’autopsia di Jigsaw. Per carità, è finzione, però… dove vogliono arrivare? E per il quinto episodio cosa pensano di mostrare? Forse era meglio fermarsi al terzo episodio… ma il business è business…

Anonimo ha detto...

Ho recensito anch'io questo film e sono stata forse più sintetica e impietosa... sinceramente mi ha fatto schifo dal primo all'ultimo minuto e non sono riuscita a trovarci veramente nulla di positivo... non so quanto ci abbiano speso ma il risultato finale è peggio di un filmino amatoriale a basso costo.
Con tutta la pubblicità che gli hanno fatto è uscita un'oscenità e non perchè fa paura, roba da chiedere il rimborso dei biglietti del cinema <.<
mia recensione

Ps. complimenti per il blog ^^

Valentina C ha detto...

a me è piaciuta tutta la trilogia :) poi va sempre preso per il film che è!