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martedì 4 dicembre 2007

Recensione: Borat


Genere: commedia-documentario


Regista: Larry Charles


Stati Uniti 2006



Il giornalista kazako Borat Sagdiyev è inviato negli Stati Uniti per realizzare un documentario sullo stile di vita occidentale.








Sopravvalutato.


E’ la prima parola che mi viene in mente per definire questo film, uno dei maggiori successi cinematografici degli ultimi anni.


Mi sono avvicinato al film con entusiasmo ed ottimismo, anche se tutto quel fracasso mediatico mi ha fatto avvertire la classica puzza di bruciato…presentimento negativo
che purtroppo si è avverato.


Risate? Non molte, a dire la verità.
E alcune a denti stretti.
Non nascondo che in alcuni momenti
ho provato imbarazzo… non è un film (film?) lineare, si tratta di un miscuglio di scene
con diversi livelli di comicità:
dalla candid camera, all’umorismo pungente e politicamente scorretto,
al cattivo gusto.
Tutto amalgamato molto male.


Io conosco Sacha Baron Cohen, e lo stimo come comico.
Sul satellite ho seguito alcune puntate
del suo show, Da Ali G Show, dove interpreta un rapper alle prese con interviste alquanto paradossali, e l’ho trovato divertente.
Proprio in quello show è nato il personaggio di Borat.
Ma qua, diamine, non si tratta di una mezz’oretta…


Avevo apprezzato di più il suo precedente film, Ali G: perlomeno, sorvolando sulla banalità della trama, era un prodotto schietto e terra-terra, non aveva l’ambizione di collocarsi nella categoria delle commedie “impegnate” o “politiche”.


Questo Borat, invece, tira in ballo politica, società, religione, parlando di razzismo, di misoginia, di lotta al terrorismo, mostrando il lati agli antipodi dell’America, dalle metropoli alle degradate periferie ma, e qui mi ripeto, difficilmente riesce a far ridere.
E' un documentario più che discreto, sulla contrapposizione di culture molto lontane tra loro, ma non un buon film comico.


Questo perché… come spiegarlo, sinceramente vedere il kazaco entrare in un club di femministe e insultare
le donne non è che mi faccia ridere granché, così come non è molto divertente vederlo combattere con il suo manager (nudi), o storpiare l'inno americano, così come non fanno molto ridere le osservazioni di dubbio gusto su anziane signore ad una cena dell’alta società, per non parlare della scena quando entra in un club di comici e… boh, non ho nemmeno capito quello che ha detto.
E potrei andare avanti…


Poi, tra l’altro, il doppiaggio probabilmente fa perdere qualcosa al film
(e c’è già poco da salvare): dopo pochi minuti ho deciso di ascoltare il film
in lingua originale con i sottotitoli, ma non è cambiato granché.


Intendiamoci, non è tutto da buttare:
la presentazione della sua vita, della famiglia e degli abitanti del villaggio, l’uso improprio del water, le scene con gli animali (l’orso e la tartaruga, definita un “cane con lo zaino”), il panico che assale lui e il suo compagno di viaggio quando vengono a sapere che la coppia di anziani che li ha gentilmente ospitati è di origine ebrea, la distruzione di un negozio di ceramiche,
i religiosi cristiani invasati, il maldestro tentativo di “conquista” di Pamela Anderson sono sì divertenti, ma non da giustificare il vuoto che copre la maggior parte del film.


Secondo me il furbo SBC ha lanciato un bell’amo, e i critici hanno abboccato pienamente; in fondo anche un po’ gli spettatori i quali, perlomeno la stragrande maggioranza, immagino si trovino d‘accordo con me: la conferma ce l’ho leggendo il numero impressionante di commenti negativi, di chi si è sentito letteralmente preso in giro.


Non si tratta di buonismo, di bigottismo, di perbenismo: ve lo dice uno che si è sbellicato di risate guardando il film di Jackass, ovvero quelle spericolate acrobazie compiute da un branco di pazzi capitanati
da Johnny Knoxville.


Quel prodotto, a mio avviso, fa ridere perché è semplice, non ha la grande ambizione di far riflettere, non getta la gamba oltre l’ostacolo, semplicemente INTRATTIENE: questo Borat, non mi stanco di ripeterlo, punta troppo in alto,
ma non ha ritmo e fa POCO, ma davvero poco, ridere.
E forse neanche troppo pensare.
Per un film comico-intellettuale mica roba da poco.


Sicuramente starà ancora ridendo SBC
(vedi foto a fianco), con tutto quello
che avrà incassato…
...immeritatamente, aggiungo.



Voto Finale: 5



Scheda dell'IMDb

6 commenti:

Deneil ha detto...

a me non è affatto dispiaciuto..certo devi vederlo come prodotto terra-terra senza tante pretese..le pretese che tu dici essere di sacha gli sono state attribuite dai critici affermati elui è (ovviamente) stato al gioco e non ha mai controbattuto, anzi.ha sfruttato il fatto che indicassero il film come qualcosa di impegantivo e li ha fottuti tutti.ripeto a me non è dispiaciuto affatto ci sono scene esilaranti senza alcuna trama di fondo.preferisco questo a milioni di commedie d'amore senza dubbio.credo (senza alcuna arroganza) che tu abbia sbagliato l'approccio al film, se un giorno lo rivedrai per sbaglio non cercare di vederci granchè.è solo un insiee di gag messe insieme da un esile storia (e con questo voglio anche dire che questo film è nettamente superiore a tutte le cagatine di film dei vari comici di zelig esclusi 1o2).

Marco83 ha detto...

Da una parte mi sono avvicinato al film con ottimismo, avevo davvero voglia di passare un’ora e mezza divertendomi. Poi il comico protagonista mi è simpatico. Ripeto, ho visto qualche puntata del suo show e mi è piaciuto molto.
Dall’altra parte ero scettico, perché tutta quella pubblicità aveva fatto suonare il classico campanello d’allarme.
La delusione è stata grande.
Sì hai ragione la colpa è dei critici, e lui come dici tu è stato al gioco, del resto aveva solo da guadagnarci. Ripeto, lui è stato furbo e ha lanciato l’amo, e molti (me compreso) hanno abboccato.
E’ vero che è qualcosa di diverso dalle decine e decine di insipide commediole americane e nostrane, che comunque non sono il mio genere e che difficilmente guardo.
Aspettavo di morire dalle risate… e per poco non sono morto di noia.
Mi ero divertito di più a guardare il lavoro precedente, ALI G. Semplice semplice e stupidotto, ma spassoso. Dieci milioni di volte superiore a questo Borat.
Mi auguro di non essere costretto a rivedere questo film. Pur con tutta la buona volontà e la simpatia possibile, ne starò alla larga.

PS: posso raccontarti una cosa? Delusissimo dopo avere visto questo film, cambio canale e cosa trovo? Videodrome… la delusione è passata subito!!!

Anonimo ha detto...

Caro Marco, forse l'intento di BORAT non era far ridere, cioè se volevi ridere potevi anche farlo, penso sia più un film che mette a nudo il sistema americano evidenziandone i suoi limiti, esempio lampante il tentato acquisto della pistola, tutti compreso me si sono avvicinati a questo film con l'intento di ridere ma si sono scontrati con una cosa diversa, incrociando satira politica e episodi al limite della decenza BORAT ha messo a nudo quella parte americana forse troppo bigotta, ricordi al rodeo... i commenti felici dell'anziano cowboy che spiegava cosa voleva fare ai musulmani? Be credo che il caro Sacha Baron Cohen volesse prendere un pochino per il culo questa parte d'America e secondo me ci è riuscito benissimo ciao alla prossima

Marco83 ha detto...

Comunque è stato spacciato come film comico, e comico lo è poco.
In un certo senso la penso come te: è un buon documentario (lo dico anche nella recensione), mette a nudo l'ipocrisia di molti americani; a me è rimasta impressa la riunione di quei cattolici invasati, sembravano pazzi da legare.
Però da qui a dire che è uno dei migliori film comici della storia... sì, forse sono stato severo con "Borat" e Baron Cohen, quando in realtà la colpa più che altro è della critica e della pubblicità; io so solo che qualche spicciolo si è volatilizzato dal mio portafoglio e, tirando le somme, quegli euri sono stati spesi molto male. Con qualcuno dovrò pur prendermela, no? (scherzo, ovviamente).
Diciamo che il brutto voto va diviso tra il film, la critica e la pubblicità, così va meglio?

Anonimo ha detto...

La mia non era una critica verso la tua recensione (era solo il mio punto di vista) che effettivamente condivido, hanno spacciato un film come comico quando questo non lo era pienamente. Diciamo che forse si tratta di comicità atipica quasi grottesca , molti davanti a questo si sono trovati spiazzati (me compreso)... ciao alla prossima

P.S ho visto DISTURBIA me pareva na strunz.... aspetto la tua recensione cia

Marco83 ha detto...

Non c’è problema, anzi mi fa piacere quando non siete d’accordo con me e me lo fate sapere almeno ne dibattiamo insieme.
Più discuto con voi e più penso che in fondo la colpa è della pubblicità, che ha creato aspettative eccessive (come con Hostel).
E’ un documentario interessante, con alcuni spezzoni divertenti, ma secondo me ci sono tempi morti che lo penalizzano rendendo alcune scene noiose e imbarazzanti.

PS: Disturbia? Non mi attira neanche un po’… niente di personale, ma nonostante l’abbiano definito un gran film (visto il successo negli USA) prima di cacciare qualche euro divoro tutte le recensioni possibili sul web e da quello che ho letto non mi interessa molto... se mi capiterà comunque gli darò un'occhiata.