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martedì 2 settembre 2008

Recensione: Dead End



Genere: horror

(poco splatter)


Regista: Jean-Baptiste Andrea,

Fabrice Canepa


Francia/USA 2003



Una famiglia si sta recando da parenti

per la cena di Natale. Durante il tragitto

i cinque si perdono in mezzo a un bosco.

La comparsa di una misteriosa ragazza

vestita di bianco sarà un presagio negativo: intrappolati nel bosco

senza via d’uscita la loro notte finirà in tragedia.







Pensavo che nessun film potesse insidiare tra i miei horror-comici preferiti L’Alba dei Morti Dementi. Pensavo nessun film riuscisse a far ridere

e spaventare contemporaneamente (suvvia, L’AdMD non fa paura,

neanche un po’).





E ora come la mettiamo? Se ho dato 10 a Shaun of the Dead,

che voto dare a questo Dead End?

Diciamoci la verità, i voti delle prime recensioni non sono del tutto attendibili, del resto ero un recensore alle prime armi…

L’AdMD rimane un ottimo film, da 8/9, ma questo DE non è da meno.

Non tutti saranno d’accordo, anzi, ma io proseguo per la mia strada.

E vi motiverò il perché.


DE è un horror classico. Cinque persone: papà, mamma, figlio, figlia

e relativo fidanzato. La notte di Natale. Il bosco. I nostri si perdono.





Poi l’incontro con una persona misteriosa, una ragazza vestita di bianco che porta in grembo un bambino. Chi è? Perché non parla?





Dall’avvento della ragazza la serata dei nostri sventurati si trasformerà

in un incubo. A turno uno dei cinque scompare. Immediatamente dopo

appare una macchina, un carro funebre che trasporta la persona

appena scomparsa.





Il cadavere viene poi ritrovato sulla strada, in condizioni pietose

(anche se il regista non indugia sul corpo, preferisce mostrare lo sgomento

di chi osserva – trovata controcorrente, in un periodo dell’horror

dove si punta soprattutto sullo splatter).





Solo una persona si salverà. Ma molti interrogativi rimangono in sospeso. Chi è la ragazza? E il carro funebre? Perché gli orologi si sono fermati? Perché il bosco sembra sterminato, e ogni tentativo di fuga conduce

al medesimo posto? Fino all’ultimo si rimane in sospeso, poi il regista

spiega tutto.





La soluzione dell’enigma è semplice. Io durante la visione dei film,

in particolare di horror piuttosto misteriosi ed intricati,

tento di immedesimarmi nel regista e cerco di trovare

una spiegazione agli enigmi del film. In questo caso ci sono cascato,

mi sono arrampicato sugli specchi, la risposta alle domande era più facile

di quanto pensassi. Lascio a voi la curiosità di guardare il film e capire

che cosa succede.





Qual è il pregio di questo DE dunque? Attira l’attenzione dello spettatore, uno. E l’altra qualità è l’umorismo che pervade i novanta minuti scarsi

di pellicola. I registi intraprendono due strade, quella dell’horror

e quella della commedia (nera). A mio avviso efficacemente.





Il merito va anche ai cinque attori protagonisti: fantastici.

Così ridicoli e stupidi che non possono non risultare simpatici

sin da subito. Man mano che il film va avanti e le beghe familiari

vengono fuori è un vero spasso. Umorismo demenziale,

tenetelo bene a mente.





Storia semplice semplice, ma accattivante + umorismo (dialoghi curati)

= ricetta vincente!



Voto Finale: 8



Scheda dell'IMDb


1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi spieghi l'enigma lo visto 3 volte e nn riesco ancora a trovarli