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giovedì 12 marzo 2009

Recensione - La sedia del Diavolo



Attenzione: alcuni dei contenuti
di questa pagina potrebbero disturbare
la sensibilità di chi legge.



Titolo originale: The Devil’s Chair


Genere: horror

(molto splatter)


Regista: Adam Mason


UK 2006



Nick e la sua ragazza Sammy si recano in un manicomio abbandonato

per lasciarsi andare alle più bizzarre fantasie erotiche.

All’improvviso una strana sedia

prende vita e tortura Sammy,

fino a farla scomparire nel nulla. Nick è indiziato di omicidio

e viene rinchiuso per quattro anni in un ospedale psichiatrico.

Un illustre professore e un gruppo di studenti gli darà la possibilità

di tornare in libertà a una condizione: ritornare sul luogo del misfatto

e risolvere il mistero di quella sedia.









Quando ho visto il trailer sono rimasto a bocca aperta.

Avete presente il colpo di fulmine? Più o meno è andata così.

Ho atteso con impazienza questo film e ora sono riuscito a vederlo.


Come da abitudine prima di scrivere la recensione faccio un giro nella rete a leggere diverse recensioni: c’è parecchia difformità nei giudizi,

certo questo non è un film perfetto, ma… scusatemi ma meglio mettere subito le cose in chiaro: a me è piaciuto troppo.

Cercherò comunque di presentare una recensione lucida e obiettiva,

che non tenga troppo conto dell’entusiasmo scaturito dalla visione

di questo spettacolo di film (mi assumo la responsabilità delle mie parole).



Procediamo con la trama.


Nick e Sammy si recano in un vecchio manicomio abbandonato.

Il loro scopo è uno solo: fare sesso. Per la serie “famolo strano”.

Una sedia al centro di una stanza vuota sembra un ottimo giocattolo fetish. Purtroppo per Sammy, che si è seduta sopra, la sedia si anima:

la ragazza viene imprigionata, sottoposta a brutali torture e.....

puf, scompare nel nulla.






Logico che Nick sia indiziato di omicidio. Nessuno gli crede, così viene internato in un manicomio. Per quattro anni, fino a quando il prof. Willard si interessa del suo caso, e decide di offrirgli una possibilità:

tornare ad essere libero. In cambio dovrà accompagnare il prof,

la sua assistente e due studenti sul luogo del misfatto. Nick è riluttante,

ma non ha altra scelta.






La sedia è li, pronta ad aspettarli. Trattasi di uno strumento progettato

dal precedente direttore del manicomio, capace di trasportare la persona

in un’altra dimensione. Prenderà di nuovo vita, catapulterà i nostri protagonisti in un incubo dove a tenere loro compagnia ci sarà

un simpatico demone, alto due metri e tentacolato.






Con la trama possiamo chiudere qui.


Allora, che dire?


Come storia non è certamente innovativa: un gruppo di persone

si introduce in un luogo misterioso per scoprire “la verità”.

Ma questo non è assolutamente un problema.





Il film gioca con lo spettatore. In particolare Nick, il protagonista.

Vi ricordate Funny Games, quando uno degli aguzzini si rivolge

verso il pubblico? Ecco, Nick fa altrettanto. Questo atteggiamento

può infastidire i puristi dell’horror, quelli che amano gli horror “seri”,

non lo metto in discussione. A me non ha disturbato più di tanto.

Mi ha strappato pure qualche risata.





Va ammesso però che alcuni suoi commenti possono apparire fuori luogo. Ad esempio quando vengono introdotti i personaggi

che lo accompagneranno nella sua avventura il regista concede loro un primo piano, fermo immagine e in sottofondo sentiamo i pensieri di Nick. Quali pensieri? Eccoli qui sotto.



Dr. Willard & Melissa “Eccoci qua. Gandalf. Una troia. Questo ha la faccia da pedofilo”.


Rachel: “Prima impressione: “fottimi”; prima missione: tirarla fuori

da quel vestito; prima erezione in quattro anni”.


Brett: “Prima impressione: ah, è arrivato lo stronzo. E' un perdente,

si vede lontano un miglio”.






E’ logico che in un horror maturo, come questo dà l’impressione di essere, questo umorismo diciamo “cafone” può stonare. Ma questo non è

un horror serio, ecco il punto! Pure le recitazioni degli studenti appaiono

un po’ calcate, da macchiette comiche. Direte: come attori sono dei cani.

Io rispondo di no. Perché no? Il finale spiega tutto.





Durante la visione del film, soprattutto una volta che i nostri sono entrati nell’altra dimensione, mi chiedevo dove il regista andasse a parare. Arrivati ad un certo punto “non ci si capisce più niente”.

I nostri cominciano a comportarsi in modo stupido, sciocco.

Ma solo per un attimo. Perché la SPIEGAZIONE a tutto sta per arrivare. Cos’è successo realmente? Il demone, la dimensione oscura esistono,

sono concreti, tangibili o pura finzione? Lo sapremo.







Solo che… effettivamente la “soluzione dell’enigma” è la più scontata

e banale possibile. E’ realistica e assolutamente credibile, però…

ecco l’unica critica che mi sento di fare al regista.






Il finale segna uno “spartiacque” del film. Mi spiego meglio.

Nella prima, lunga parte, si respira un’atmosfera malsana, violenta, sadica, disturbante: lo splatter NON E’ fine a sé stesso, è assolutamente in sintonia con le scene, con lo svolgimento della narrazione.

I minuti finali, invece, mi sembrano un ottimo pretesto per mostrare

una mattanza della quale probabilmente non se ne sentiva il bisogno.


Magari le mie parole non saranno molto chiare, senza entrare

nello specifico purtroppo non so quanto la mia critica possa sembrare comprensibile, però non me la sento di rivelarvi il finale.






Guardatevi il film che è meglio. Secondo me ne vale la pena.

Solamente per le ambientazioni e per la fotografia. E non dimentichiamo

il demone. Gli appassionati del gore troveranno pane per i loro denti.

Un film, vale la pena ricordarlo, assolutamente diverso da Broken,

diretto dallo stesso Mason in coppia con Simon Boyes.

Probabilmente più ambizioso.





Secondo me il talento c’è. Ripeto: il più grande punto debole di questo film è lo spirito larger than life che sicuramente non convincerà buona parte degli spettatori, ai quali sembrerà una buffonata, quasi una parodia

di un horror; per giustificare questa scelta dico che il finale spiega tutto, ovvero quello che vediamo, quello che sentiamo non è altro che.....

no, stavolta niente spoiler.





Probabilmente con un atteggiamento più "maturo" questo film avrebbe riscosso più consensi… ma in fin dei conti cosa importa, a me è piaciuto! Mi sembra di avere scritto una recensione appassionata ma pure obiettiva, onesta, ora però lasciatemi dare il voto che mi viene spontaneo dal cuore.



Voto Finale: 10 (lo so, è esagerato, ma concedetemelo…

solo per il trailer… fichissimo…)



Scheda dell'IMDb



6 commenti:

Anonimo ha detto...

ho visto appena adesso il film..non ho capito una cosa:chi è la ragazza sul finale che sale in macchina con lui??sammy o recel??

Marco83 ha detto...

se non ricordo male è Rachel... però ha poca importanza, dato che

SPOILER

.....

come vanno nella realtà le cose non lo sappiamo, dato che è tutto frutto della menta malata del protagonista.

Anonimo ha detto...

oggi ho visto x la seconda volta questo film ma nn sn ancora riuscita a capirlo ...qualcuno m potrebbe spiegare il finale ?grazie!

Marco83 ha detto...

... ehm... dai un'occhiata allo spoiler sopra...

TELEMERITI ha detto...

ho visto anche io il film. posso anche essere d'accordo con te. l'idea di base è molto buona ma sviluppata nn in modo lineare. molte cose sono poco giustificate. il colpo di scena è d'effetto ma per chi è avvezzo (come te penso) a certi generi di film nn deve essere proprio una sorpresa. il film io lo boccio ma è un peccato... poteva essere fatto meglio. tutto è gettato alla veloce.

Anonimo ha detto...

pure per me gran bel film, sceneggiattura ballerina ma in fondo tutto sta nell'approccio e dal cosa ci si aspetta da un b-movie. Questo è pieno di carattere, davvero incasinato ma alla fin fine ci sta. Menzione d'onore per il mostro.