(medio splatter)
Regista: Jaume Balaguerò
Spagna 2006
Una giovane coppia è alla ricerca di una casa dove vivere. Un annuncio pubblicitario
sembra fare apposta al caso loro, ma in realtà
si rivelerà una trappola.
Peliculas para no dormir è l’equivalente spagnola della serie USA Masters of Horror. Questo episodio è stato diretto da Jaume Balaguerò, già regista degli interessanti (parlo di quelli che ho visto) Nameless, Darkness, Fragile (che non ho visto), e soprattutto REC.
Para entrar a vivir è un signor film. Anche se dura poco più di un’ora. Semplice. Diretto. Senza troppi fronzoli. Pochi minuti di tranquillità
poi si precipita immediatamente nell’incubo.
Clara e Mario aspettano un bambino. Sono alla ricerca di un nido familiare adatto ai loro gusti. Nella cassetta della posta è stato messo un annuncio pubblicitario, e le sensazioni di Mario sono positive: è l’occasione giusta.
La casa si trova in periferia, molto in periferia… l’impatto non è
dei migliori. Si tratta di un vecchio condominio abbandonato.
Qualche inquilino c’è. Così dice la donna dell’agenzia.
Già, la donna dell’agenzia… il suo modo di fare è molto, molto ambiguo.
E’ molto gentile, per carità, niente da dire. Però… però parla come se
la coppia avesse già detto sì. Con una fastidiosa e preoccupante insistenza.
Possiamo constatare il disappunto dei due sposini, che non vedono l’ora
di salutare la strana donna e cercare un altro appartamento più adatto
alle loro esigenze. Ma non ne avranno il tempo.
Il condominio per loro si trasformerà in una prigione dalla quale sarà impossibile evadere.
Un numero centellinato di protagonisti. Un senso opprimente
di claustrofobia, angoscia. Un clima di pessimismo, disfattismo.
Mi ha ricordato in molti punti A’ l’intérieur (o forse è il film francese
che ricorda questo, visto che è datato 2007 mentre questo lavoro
di Balaguerò 2006...).
In particolare trovo una somiglianza tra i "cattivi" della situazione
(non vi dico chi è in questo film ma si può intuire…): si tratta di persone
che hanno subito un trauma e non si sono più riprese, e sono pronte a tutto per raggiungere il loro obiettivo, riprendersi quello che gli è stato tolto.
PEaV non è esente da pecche. Una su tutte, e non mi stanco di ribadirlo:
il nemico è invulnerabile. Provate a infilare un braccio in un tritatutto,
e poi vedete quanto resistete. Qui non funziona così: nei film horror
un arto maciullato equivale a un piccolo graffio nella realtà.
E questo penalizza non poco la credibilità del film.
Soprattutto se il cattivo è una donna.
Ebbene sì, l’ho detto. E nemmeno tanto giovane e robusta.
Ma è invulnerabile. Forse l’intento del regista è fare in modo che
questa figura appaia onnipotente, malgrado la vitalità della nostra coppia
allora si può capire. Allora si può "sorvolare". Ma nella realtà sarebbe morta dissanguata, anzi molto probabilmente sarebbe crepata all’istante.
Poi c’è sempre il solito problema: le chiavi. C’è un mazzo enorme.
Qual’è quella giusta? Toh, che sfiga, quella che apre il portone è caduta nella precedente colluttazione. Quindi bisogna tornare indietro…
tranqui, la cattivona nel frattempo sarà morta… ovviamente non è così.
Il film scorre veloce, il ritmo è molto sostenuto, forse qualche spavento
è citofonato, ma sinceramente lo giudico un validissimo prodotto
(se vi sono piaciuti A’ l’intérieur e REC dovreste recuperarlo).
Ci sono interessanti colpi di scena (magari lo spettatore un po’ smaliziato potrebbe divertirsi a scoprirli), il finale è all’altezza della situazione.
Alla fine della visione ogni domanda trova risposta, non ci sono lati oscuri (anche se ci si chiede come mai delle persone siano scomparse e nessuno
le abbia cercate, e non mi riferisco ai protagonisti ma ad altre persone
segregate nel condominio…ops, altro spoiler… meglio chiuderla qui).
Da recuperare.
Voto Finale: 8
4 commenti:
L'ho visto ieri su Rai3,mi è piaciuto molto.Concoro con quanto hai scritto
Anche io l'ho visto su raitre,,, bel film, si, però come hai detto nella tua recensione ho notato troppe cose irreali, cioè che nella realtà penseresti subito di fare ma che nei film non mettono mai...a parte le chiavi e che quando ne hanno la possibilità non uccidono mai per una buona volta il cattivo, le finestre sembrano fatte di cemento (se sono chiuse...è impensabile romperle per uscire!!) e poi ad esempio nel pezzo nell'ascensore le due donne avevano una un coltello e l'altra una di quelle macchinette elettriche per difendersi dalle aggressioni, ma poi dove sono finite quando ce n'era bisogno!?!?!? MEGLIO URLARE SICURAMENTE!!!) Nonostante queste osservazioni mi è piaciuto molto, anche perchè trovare un horror senza qualche pecca... è praticamente impossibile!!! ciao ciao! e complimenti per il blog!
Grazie dei commenti ragazzi! Peccato che non ho più tempo x il blog... sto lavorando e il tempo libero è davvero poco, e sinceramente malgrado abbia qualche recensione ancora da parte non mi va di aggiornare il sito in fretta e furia... c'ho sempre messo una cura maniacale...
Secondo me l'intenzione era di quella di creare un horror grottesco... per cui si giusfiticano i possibili problemi di credibilitá... la mano nel trituratutto, il tipo incatenato, ecc. Mi é piaciuto molto, anche perché mi sembra la premessa di REC.
Beto
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